Beni culturali

Città di medici e di ebrei: così a Padova nascono due nuovi musei

21 Giugno 2015

Notizia: apre un museo. Notizia: ne ha appena aperto un altro. Succede a Padova che in neanche un mese si arricchisce di due nuovi spazi espositivi. Oggi, domenica 21 giugno, è stato inaugurato il nuovo Museo della Padova ebraica, sabato 6 giugno ha aperto i battenti il Musme, ovvero il Museo di storia della medicina. Entrambi sono ospitati in edifici storici, entrambi arricchiscono l’offerta culturale di una città che già ospita uno dei massimi capolavori italiani: la cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto.

Il museo ebraico è sistemato all’interno dell’ex sinagoga Tedesca, costruita nel 1682 e bruciata nel 1943; in maggio, cioè alcuni mesi prima che i tedeschi prendessero possesso dell’Italia. Da allora, e fino a metà degli anni Novanta, la sinagoga ashkenazita era diventata un garage: il piano di sopra, dove c’era l’aula, non esisteva più; il pavimento era stato trasformato in un tetto, al piano terra ci parcheggiavano le auto. La comunità ebraica padovana l’ha restaurata a sue spese, ha ripristinato il primo piano, e dal 1998 veniva utilizzata come sede di esposizioni temporanee.

Museo ebraico PD 01

Da domenica, invece, saranno esposti una novantina di oggetti. «Ma la comunità», spiega Gadi Luzzatto Voghera, uno dei coordinatori del progetto, «ha un patrimonio di centinaia di pezzi, per cui sarà effettuata una rotazione. Inoltre il nuovo museo fa parte di un progetto europeo, coordinato dall’Istituto universitario di architettura di Venezia, per collegare tra loro i siti ebraici europei, da Dubrovnik a Berlino». Le nicchie del matroneo si quadruplicano grazie a un artificio elettronico, e diventano cinque schermi sui quali vengono proiettate le biografie dei più illustri ebrei padovani. Tra questi Moshé Chayym Luzzatto, nato nel 1707, conosciuto nel mondo ebraico con l’acronimo Ramchal, uno dei più importanti rabbini cabalistici della storia dell’ebraismo.

Museo ebraico PD 03

Il museo della medicina è collocato all’interno del palazzo di via San Francesco dove dal 1414 si trovava il primo ospedale della città. Sono esposti oltre trecento reperti, in quattro sale tematiche (com’è fatto il corpo umano, come funziona, come si guasta, come si cura) e nell’ultima sala è stato ricreato un teatro anatomico moderno dove si può effettuare un’autopsia virtuale (nel non lontano Bo – l’ateneo patavino – si conserva il primo teatro anatomico del mondo, del 1595).

Questi due musei, oltre all’uso della tecnologia, hanno in comune molto più di quanto a prima vista possa apparire. Padova, infatti, dal periodo della Controriforma, ovvero metà Cinquecento, fino all’epoca napoleonica, era l’unica università in Europa che consentiva agli ebrei di studiare medicina. In quel periodo Padova ha laureato oltre 250 medici ebrei (gli altri si formavano con percorsi diversi, non universitari). Spiega Gadi Luzzatto Voghera: «Agli ebrei era consentito studiare medicina, anche se dovevano subire un trattamento non benevolo, con il pagamento di imposte suppletive, per esempio la cosiddetta tassa dei confetti che serviva per pagare i rinfreschi di laurea degli studenti. Per di più, ma questo riguardava gli studenti di medicina in genere, venivano assaliti i cortei funebri per impossessarsi dei cadaveri da sezionare nell’università. Proprio per tale motivo il muro di cinta del cimitero ebraico è stato innalzato al punto da renderlo difficilmente scalabile e il governo della Serenissima aveva predisposto un percorso speciale e protetto per i funerali ebraici».

Musme 01

Doveroso a questo punto anche un accenno al restyling tecnologico dell’Orto botanico che, fondato nel 1545, è il più antico orto universitario del mondo. Vi si ammira la cosiddetta palma di Goethe perché si tratta della pianta che il poeta tedesco vide e descrisse nel suo Viaggio in Italia. Dopo l’allarme lanciato qualche anno fa perché la costruzione di un garage sotterraneo sembrava minacciare la polla acquifera che permette di irrigare l’orto anche nei mesi secchi, l’anno scorso è stata inaugurata una nuova ala, quella del giardino delle biodiversità.

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