Arte
“Zoom”, perdersi in un’immagine
Zoom di Istvan Banyai è un viaggio attraverso il potere suggestivo di un’immagine. E ancora di più, un viaggio spinto dalla forza immaginifica di un’illustrazione. È il libro che ha reso famoso il suo autore dopo che il New York Times lo inserì nel 1995 tra i dieci libri dell’anno e si merita tutto il successo che ha ottenuto.
Tutto parte dalla prima pagina, nella quale troviamo un disegno astratto: cerchietti arancioni contenenti piccoli puntini gialli all’interno di una struttura che ha vertici irregolari e vagamente triangolari. Voltando pagina scopriamo che quella struttura è in realtà la cresta di un gallo. Da lì in poi sarà una sorpresa dietro l’altra, un’immagine dentro all’immagine, una matrioska infinita di invenzioni che lasciano spazio alla suggestione e all’incanto.
La cosa che colpisce maggiormente del lavoro di Banyai è legata al fatto che il lettore (o lo spettatore, verrebbe meglio da dire, vista l’impostazione di queste rappresentazioni) è in ogni pagina spronato a interrogarsi su cosa realmente abbia di fronte ai propri occhi. L’immagine, infatti, non è mai quella che semplicemente appare. Ma non è solo questo: ogni passo che gli permette di attraversare uno spazio che credeva reale lo conduce sempre in una direzione inaspettata; un plastico con il quale si diverte una bambina diventa la copertina di un catalogo di giocattoli, una nave da crociera si trasforma in un’insegna pubblicitaria.
Lo scopo di Banayai è evidentemente quello di giocare con la natura illusoria delle immagini, con la loro naturale incapacità di essere distinguibili nell’istante in cui non sia chiaro il referente. In questo senso Zoom è un capolavoro che fa dello stordimento una sensazione bellissima da provare dall’inizio fino al termine della sua lettura.
Collegare il principio e la fine allora può diventare l’obbiettivo principale per attivare la riflessione su come ogni forma simile possa contenere oggetti completamente differenti: ecco che quei puntini gialli di cui si parlava all’inizio sono alla fine identici a quello bianco dell’ultima pagina. Identico ma molto più grande: un mondo che racchiude tutto ciò che già precedentemente era stato mostrato.
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