Arte
Una spiaggia ad Antibes – Vita segreta del creatore del rock sinfonico
Ero seduto ad un tavolo di un bar, di quelli che stanno sulla strada di fronte al mare, uno dopo l’altro, e che sono presi d’assalto da migliaia di turisti che vogliono poi poter raccontare di essere stati sulla Costa Azzurra. La spiaggia di Ponteil è solo una delle tante belle spiagge intorno ad Antibes: meravigliosa tanti anni fa, poi sopraffatta, a poco a poco, dalla costruzione di immensi alberghi e dal raddoppio delle vie che la circondano. Ero lì per lavoro, il giorno dopo avrei dovuto essere a Montecarlo, ma odio dormire nel costosissimo Principato, e quindi scelgo sempre qualcosa fuori – specie d’autunno, quando i bagnanti sono ormai tornati alle loro residenza invernali.
Accanto a me ci sono due donne che discutono animatamente in inglese, e siccome io sono l’unico altro ospite, ascolto. Il tema è comune: ma mio padre mi ama o mi odia? Una questione importante, per la ragazza di una trentina d’anni (mio Dio, oramai ne avrà 50 e passa…) e per la sua mamma. Quest’ultima si difende: volevamo qualcosa che fosse unico e tuo padre si è battuto proprio perché suo padre, che era appena morto, avrebbe voluto chiamare una figlia come te, se l’avesse avuta. Per la ragazza questo è un argomento debolissimo, e ribatte infuriata: c’è riuscito. Non esiste nessun altro bambino al mondo che si chiama Doremi.
Siccome io sono un tronfio, paffuto, burbanzoso solone, piacione e intrufolone, intervengo a voce alta: non è vero! Anche la figlia di Justin Hayward dei Moody Blues si chiama così. Silenzio. Mi volto, mi guardano esterrefatte, ed io ripeto la mia ambasciata: è vero, lo giuro, ne sono assolutamente certo! E la ragazza: chi diavolo sei tu? Cosa altro sai di mio padre e mia madre?
Ovvio, no? Uno siede in un bar di Antibes ed accanto a lui discute la famiglia di uno dei più grandi chitarristi inglesi viventi – l’uomo che, per primo, ha inserito le orchestre sinfoniche nel rock, nel 1967, quando ha pubblicato, con i Moody Blues, la travolgente “Nights in white satin”. Ma siccome io sono un tronfio etc. etc., fingo di non essere sorpreso, mi seggo al loro tavolo, e spiego: se Lei è la signora Guirron, vuol dire che siete ancora insieme, a sono più di 50 anni. Niente male per una top model che, prima di conoscere Justin, usciva con George Harrison dei Beatles…
La ragazza strabuzza gli occhi: mamma, tu sei andata a letto con uno dei Beatles? E poi ti sei sposata papà? Tutto questo è vero? Sono un fan dei Moody Blues e, come tutti i fan, sono un maniaco. Conosco dei dettagli che sono senza senso e riempiono la mia testa spontaneamente, come il fatto che Justin avesse composto quella canzone per Ann, perché aveva un’altra ragazza, che gli aveva regalato quelle lenzuola, ma lui oramai era innamorato di un’altra, e quindi gli era venuta l’idea di fare una canzone d’amore in minore, ma l’aveva scritta con l’accordo di sesta chiamato “napoletano”, in modo da introdurre la chiave dominante con un’enfasi tutta particolare…
Mamma questo è matto, ma davvero dice la verità? Ann Marie Guirron è una signora dai lunghi capelli biondi di cui si intuisce una passata bellezza non comune, di cui è rimasta una compostezza ed una nobiltà spontanee. È abbronzata, al contrario della figlia, si alza e mi dà indolentemente la mano: sono certa che, se lei è un fan, vorrebbe conoscere Justin. Venga stasera, la invito per un aperitivo prima di cena – e mi dà un indirizzo sulle colline, come è giusto che sia per la famiglia di una ricca popstar.
Il signor Hayward non suona più, se non raramente, ma non scrive più canzoni. Lamenta il fatto che alcuni dei suoi brani migliori li ha ceduti ad un promoter quando era ancora sconosciuto ed avrebbe fatto di tutto per suonare in una band, sicché ha venduto i proventi dei quattro anni di canzoni, mai immaginando che avrebbero generato così tanti soldi. Ma è un uomo sereno, sposato oramai da 55 anni con la donna che ha amato, e vive in una splendida villa francese, dove si occupa di vino, scrive le sue memorie, che magari nemmeno pubblicherà, e si alza ogni mattina ringraziando il Creato.
Vedi – mi dice – noi iniziammo a scrivere di Dio, della vita e della morte, dei problemi dell’ecologia, quando gli altri passavano il tempo a rimorchiare ragazze e prendere droghe. I nostri testi venivano accusati di cristianesimo o di eccessivo teologismo. Invece eravamo solo cinque ragazzi inquieti, cresciuti in una Londra benestante ma non “pop”, che si ponevano domande sull’esistenza. Quando ho scritto “Ride my see-saw” (ecco il mio sosia che corre) mi ero accorto che la maggior parte delle persone vive scollegata dall’esistenza quotidiana, e per riunirsi con il proprio sosia, la sera, beve troppo alcool. Londra funziona così. Tutti sembrano essere qualcuno, ma sono solo il loro sosia. La stampa ci derise. Sono contento che sia finita e che io possa vivere qui, insieme a tutto ciò che amo, e non abbia più bisogno di spiegare niente a nessuno.
Ha amici francesi, che non sanno cosa significhi il suo nome, per cui lui è qui da sempre, e poi ci sono i ragazzi dei Moody Blues, che vengono a trovarlo… ed ogni tanto, quando pizzicano le mani, si tiene un concerto da qualche parte, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quanto all’accordo di sesta, mi dice, lo sai perché l’ho spiegato io su Melody Maker, giusto? Giusto. Non ho studiato musica classica, come Justin. Ma il mio tempo è scaduto, e lui passa dall’inglese al francese, improvvisamente formale: Spero che lei sia un gentiluomo e non racconti a nessuno il mio indirizzo, va bene?
Mi lascia solo con Doremi, che è ancora furiosa: voi musicisti siete matti e non vi curate dei danni che arrecate. E sono solo di fronte alla mia auto a noleggio, pronto per rientrare nella mia vita di sosia, e per far finta che questo incontro sia avvenuto solo nella mia fantasia. Ma è tutto vero. Justin e Marie hanno oramai quasi 80 anni e vino ancora laggiù, e sono ancora insieme. I capelli biondi sono diventati bianchi. Da oltre 15 anni, Justin ha ripreso a girare il mondo con i Moody Blues, quindi le mani gli pizzicavano ancora, eccome… Quanto a Doremi, è diventata mamma, fa la fotografa e, nel frattempo, ha fatto pace con i genitori, visto che, quando chiamano loro in TV, ci va lei, perché i due genitori non hanno voglia di raccontare. Tutto è bene ciò che finisce bene, no?
https://www.youtube.com/watch?v=F1CFFCfHDUU
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