Arte

Scintille, Alessandra Alabiso e Gea Cecere: la terza mostra di AdecArte a Milano

20 Marzo 2024

Al via dal 21 marzo alle ore 18 e fino al 12 maggio la mostra “Scintille”, la terza delle quattro promosse da AdecArte per la stagione 2023-24 e ospitate nei locali di via de Amicis 28 a Milano.

Primo giorno di primavera e giornata mondiale della poesia, per l’inaugurazione è stata scelta – non a caso – la data del 21 marzo: per la mostra curata da Carla Maria Russo, le due protagoniste, Alessandra Alabiso e Gea Cecere, intrecciano stili e arte per dare vita ad un cammino nel tempo della memoria umana e del suo lento sedimentarsi nel profondo dell’inconscio. Dipinti e poesia, arte visionaria che afferra scintille, lampi improvvisi di ciò che si nasconde sotto la superficie delle cose: attraverso il particolare modo di guardare degli artisti, Alabiso e Cecere squarciano il velo della realtà per coglierne l’essenza profonda.

Alessandra Alabiso con la sua pittura attraversa il tempo e lo spazio, si incanta di fronte alla realtà e fa incantare lo spettatore insieme a lei. Riproduce l’infinitamente piccola formica, tanto forte e tenace da sopravvivere alle epoche future, sintetizza l’infinitamente grande in un’icona, rappresenta il senso della storia che l’umanità porta sulle proprie spalle. Fonde insieme passato e presente in una successione di frammenti, rompe le catene della logica e ricompone le scintille in un personale mosaico del quale ciascuno sceglie le tessere.
“Emozionata per questa nuova avventura: dipingere è da sempre ciò che mi rende felice. Con questa opportunità, resa possibile dalla curatrice Carla Maria Russo negli spazi di AdecArte, potrò mostrare la mia particolare visione della realtà, del tempo e dello spazio. Questa mostra è la prova tangibile che i sogni, se supportati da forte passione, possono realizzarsi”, commenta Alabiso.

La poesia di Gea Cecere fruga nella propria anima, muove da momenti della sua vita e racconta il livido che le è rimasto sulla pelle, turbamenti, stupori, sofferenze, fragilità che diventano il fardello invisibile che accompagna l’esistenza. Con un linguaggio visionario ed evocativo, procede per sintesi analogiche, immagini crude o lussureggianti, dialoghi allusivi, domande senza risposta, rimpianti e nostalgia, destinati ad un interlocutore anonimo e sconosciuto.

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