Arte
Quando la spiaggia è una sola, grande tela
Scendono in spiaggia quando gli altri, di solito, sono accoccolati sotto le coperte. Il cielo – scuro delle notti d’inverno – non ha ancora assaporato il chiarore dell’alba. E la marea, appena ritirata, lascia la sabbia morbida come una pagina bianca. Su cui ‘scrivere’ regalando tracce di fantasia, amore, tenerezza. Loro, Monica e Fabio – coppia di ‘creativi’ umbro-marchigiana – su quella pagina morbida, ‘graffiano’ giganteschi arabeschi. Spirali. Enormi fiori, alberi flessuosi. Geometrie sghembe e affascinanti.
Senza programmare nulla, lasciando scorrere sulla ‘tela’ – la spiaggia che va da Pesaro a Fano – il flusso delle emozioni che guida la mano e quei rastrelli che sollevano la sabbia, incidendo dolcemente la battigia. “E’ tutto casuale – racconta Fabio, perugino salito nelle Marche – parto facendo una riga con il manico del rastrello, lei segue inserendo un disegno, io la seguo a mia volta, ampliandolo, e andiamo avanti così”. Istoriando e cesellando la lingua di terra lasciata dal mare che si ritira. E che, poi, si riprenderà tutto.
“Quando andiamo a disegnare – spiega Monica – c’è una sorta di distacco dalle cose” della quotidianità. Si va giù in spiaggia “d’inverno”, ché di ombrelloni e lettini non c’è traccia. Pur se la stagione è quella fredda, aggiunge, “il mare rilascia calore e si crea un microclima bellissimo. Partiamo che sta albeggiando, vediamo l’alba. Il nostro disegno è una dedica che facciamo al mare: è lui che ci da il foglio e che se lo riprende”. Già. Perché come un mandala tibetano, che viene spazzato dalle stesse mani di chi lo ha creato, il mare che cresce si porta via l’opera affidata ai granelli di terra.
“Sfruttiamo la bassa marea, il passaggio dove l’acqua si è ritirata. L’umidità da alla sabbia una consistenza perfetta”, per essere ‘dipinta’, con “rastrelli da foglie. Uno piccolo e l’altro più grande, seguendo la prima striscia, da cui tutto si genera”.
Fabio e Monica, che si raccontano ad un mercatino creativo sotto le volte della Vecchia Pescheria di Rimini dove presentano opere fatte con il legno lasciato dalla risacca dopo le mareggiate, disegnano principalmente sull’arenile pesarese, dove sono già piuttosto conosciuti, ma, tra le spiagge cesellate c’è anche quella di Pozzallo, in Sicilia, chimera per tanti migranti nel Mediterraneo. “Lì abbiamo dedicato il nostro disegno a chi non ce la ha fatta”.
Ispirata dalla star californiana della ‘sand painting’ Andres Amador, la coppia di artisti ha aperto una pagina Facebook, ‘sabbiANIMA’ su cui sono riversate le immagini delle loro fatiche. “Parecchia gente ci ha chiamato – chiosano – ci chiede ‘perché lo fate’: è semplice, questa cosa è per noi, è godimento nostro”.
Sarà per quello che sulla pagina sta scritto “..non sappiamo dove, non sappiamo quando, non sappiamo cosa lasceremo impresso sulla sabbia…ma riUSCIREMO ancora…”.
(Immagini tratte dalla pagina Facebook ‘sabbiANIMA’)
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