Arte
Nicola Stradiotto – Lost Identity, illustrazioni dell’identità surrealista
L’alienazione è una di quelle sensazioni che nella vita tutti proviamo almeno qualche volta, quando non ci sentiamo compresi, sicuri in qualche luogo da chiamare “casa”. Questo stato comporta una perdita della propria identità perché è come se ti levassero non solo lo spirito ma pure il fisico. Il rapporto “immagine di sé” e “corpo” è molto più legato di quello che si possa pensare, nonostante una certa mentalità che definiremo “agé” tenda a scinderlo. Si punta sullo spirito e per niente sull’anatomia.
Tale concetto lo trovo alla base dell’opera prima di arte illustrativa di Nicola Stradiotto, ragazzo di Asolo con la passione per l’immagine surrealista. Lost Identity, questo il chiaro titolo della pubblicazione edita da Aletheia, rappresenta una raccolta, divisa in quattro capitoli (Trauma – Essere – Vittima – La Terra Fredda), di visi e non alterati da un processo di distorsione che assume varie forme. Nicola lascia spazio alla comprensione personale in modo che ogni lettore trovi la sua chiave di lettura.
Il lato non sense delle immagini permette una visione multiforme dei cambiamenti che avvengono nei visi. Ecco che allora si può percepire annichilimento come la voglia di urlare stessa del punk!
Il concept dato all’opera l’ho trovato spesso ascoltando Personality Crisis dei New York Dolls. La perdita di identità in un momento storico dove tutto è in HD rende bene lo spessore dei tempi liquidi in cui siamo immersi, ma forse questo processo è iniziato decenni fa quando certe dinamiche di vita (consumo estremo, totale devozione al lavoro, superficialità vissuta come valore) hanno fatto perdere la bussola all’essere umano, levandolo da quell’introspezione, comprensione intima, che le difficoltà e le gioie quotidiane permettevano. È come se il benessere fine è a sé stesso, senza venire inteso come una costruzione fondata sull’impegno, avesse intorpidito le abilità di lettura del sotto strato esistenziale esistenziale. In questo processo fenomeni come i social media e l’immagine travasata online ne sono l’ennesimo stadio, una variazione sul tema.
Questo estremo benessere diventa come una nebbia piovigginosa sulla propria vista, una nebbia umida, fredda, che ti entra nelle ossa (citando Morandi). Il Veneto, terra di benessere e dove abita Nicola (Asolo), rappresenta bene codesta situazione, ma può venire estesa ovunque perché la rincorsa ad uno “stare bene” senza passato è ambito ovunque. Un altro aspetto che mi ha colpito di Lost Identity, oltre a raffigurare bene il lato fisico del volto che si perde, soffre e vuole urlare, in mille direzioni diverse, è la memoria cancellata. Le illustrazioni non hanno un passato, o almeno istintivamente trasmettono tale idea. La vita senza identità sembra un loop infinito di Hurt rifatta da Cash.
Al di là della componente “cupa” che Lost Identity porta con sé, permette al lettore di vederne i tratti all’interno del proprio pensiero e del proprio corpo, così da elaborarli e iniziare a superare eventuali problemi con l’identità. L’arte che ci parla delle nostre debolezze, da sempre, serve per arrivare alle nostre forze!
Potete trovare Lost Identity nei principali store online in formato ebook e anche in librerie selezionate.
Foto di copertina di Stefano Pano Gallina
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