Arte
Munch, dall’intimità al simbolo
La pittura di Edvard Munch occupa un posto singolare nella modernità artistica affonda le sue radici nel diciannovesimo secolo per iscriversi in quello seguente. La sua intera produzione, dagli anni 1880 alla sua morte, riflette la visione di un mondo marcato da una potente dimensione simbolica. La nozione di ciclo è essenziale per la comprensione della sua pittura. Munch esprime in effetti frequentemente l’idea che l’umanità e la natura sono uniti dal ciclo di vita della morte e della rinascita. Questa visione interviene nella costruzione stessa della sua opera dove certi motivi ritornano in modo regolare. L’universo di questo artista è pienamente coerente talvolta ossessivo, e al tempo stesso sempre rinnovato.
Il giovane Eduard Munch non ha seguito una formazione artistica accademica, pratica fin dall’infanzia il disegno e la pittura con sua zia che si prende cura di lui dopo la morte prematura della madre. All’età di diciassette anni, egli segue per qualche mese il corso all’accademia a Oslo e espone per la prima volta due anni più tardi. Nel 1885 una borsa di studio gli permette di soggiornare una prima volta a Parigi dove si confronta con le opere dei naturalisti, si interessa anche agli impressionisti che facevano scandalo in Francia. Fu allora che si libera della pittura di paesaggio per riprodurre ritratti più intimi dei suoi familiari, soprattutto delle sue sorelle Inger e Laura o dei suoi amici della Bohème di Kristiania che si riunivano intorno allo scrittore Hans Jaeger. La dimensione simbolica di queste scene intime diviene determinante con la svolta degli anni 1890 che apporteranno alla sua opera una profonda singolarità
Autoritratto con la sigaretta
A Berlino, dove soggiorna regolarmente dal 1893, Munch frequenta il circolo dell’avanguardia letteraria. Ne adotta il codice di abbigliamento, come si nota in questo autoritratto da Dandy con la sigaretta in mano. Abbandona tutto lo sfondo figurativo per insistere sulla dimensione simbolica di questo autoritratto. La figura del pittore, dallo sguardo allucinato, si distacca dallo sfondo scuro rapidamente abbozzato che rafforza l’impressione dell’instabilità psicologica e di inquietudine generale.
Notte d’estate, Inger sulla spiaggia
Inger era la sorella più giovane di Munch, il pittore la rappresenta sulla spiaggia di Asgardstrand, un piccolo villaggio di pescatori al sud del fiordo di Oslo dove la famiglia soggiorna regolarmente. Il paesaggio dalle rocce arrotondate permette di identificare questo luogo, anche se Munch si allontana da una rappresentazione realista semplificando i contorni. La silhouette bianca d’Inger si distacca da uno sfondo più scuro, proiezione dei suoi pensieri melanconici.
Pubertà
Questo quadro che suscita un certo sentimento di malessere provoca dubbi sulla sua interpretazione. Munch sembra suggerire tutta la complessità emotiva del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. L’ombra della ragazza, proiettata sul muro ingrandisce, ingigantita dall’illuminazione laterale, forma un motivo strano che costituisce quasi un secondo personaggio nel quadro. Questa presenza minacciosa può essere letta come la proiezione di ansia e angoscia della ragazza.
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