Arte

Romanze Rapide

2 Febbraio 2020

Occupare l’immaginario collettivo è un’operazione affascinante e riesce soltanto quando ci sono abbastanza consapevolezza e sfacciataggine da far sfuggire la cosa di mano.

La forza delle immagini è tale solo se ne include il mistero, il resto è pornografia.

Quello che succede in Rapide tra Mahmood e Attilio Cusani è diametralmente opposto a quello che nel 1984 accadde per Fotoromanza tra Gianna Nannini e Michelangelo Antonioni.

Il grande maestro venne chiamato a dirigere la clip di un pezzo fortunatissimo il cui risultato però fu, per dirla alla Fantozzi :”una cagata pazzesca”. 

Basandosi su un’illustrazione piattissima e didascalica del testo della Nannini, il grande regista ne diede un’interpretazione talmente scontata da fare di quel video musicale un esempio di cattivo esempio. 

E se la Gianna nazionale non specificava mai nel testo se l’oggetto della sua passione fosse un lui o a una lei, ci pensava il regista a mostrarci la classica storiella tra uomo sfuggente e donna piangente.

Non così ora.

Mahmood a cavallo di una tartaruga marina canta la fine di un amore, non si sa chi ha lasciato chi, non sappiamo se sono due lui, osserviamo che tra spazi essenziali e colonne corinzie, il nostro impreca e si fa domande, vorrebbe forse tornare sui suoi passi.

Ad ascoltarlo ci sono molti ragazzi a torso nudo, che impassibili scrutano il vuoto fino a quando Mahmood non evoca un ricordo; a quel punto, al minuto 1:49 gli sguardi si accendono e seguendo i movimenti del cantante si danno e danno riconoscibilità a una storia fino a quel punto anonima.

Affondato nell’immaginario maschile per eccellenza, quello del mito in battaglia per intenderci, il pezzo racconta l’eterna oscillazione tra rimorso e speranza tipica delle storie finite.

Ma perché scomodare eroi e dei? Che guerra starebbero combattendo questi per sfoderare il petto urlanti nella tempesta? Semplice. La guerra delle relazioni ai tempi delle app di incontri.

E’ un dolore sottile e maschilmente inconfessabile, eppure il malessere serpeggia. Dalle coppie aperte a quelle obbligatoriamente spalancate, parlare di tradimenti in epoca social richiede effettivamente risorse mitiche. I tempi delle fotoromanze sono finiti.

https://www.youtube.com/watch?v=MULOpXG8bGs

https://www.youtube.com/watch?v=ChJ57Av10Mw&list=RDChJ57Av10Mw&start_radio=1

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