Arte
L’ossessione di Imi Knoebel: Pittura Colore Spazio
DEP ART GALLERY PRESENTA PER LA PRIMA VOLTA LA MOSTRA PERSONALE DEDICATA A IMI KNOEBEL. A CURA DI GIORGIO VERZOTTI PITTURA COLORE SPAZIO SARÀ ESPOSTA FINO AL 15 GENNAIO NELLA GALLERIA MILANESE.
Considerato uno dei più noti artisti dedito al minimalismo e al costruttivismo, Imi Knoebel torna dopo sette anni a Dep Art Gallery. Protagonista assoluta di questa rassegna è la ricerca visiva dell’artista tedesco, presentata attraverso 27 opere realizzate a partire dal 1977 al 2019.
IMI KNOEBEL
Nato a Dessau nel 1940, Imi Knoebel si trasferisce all’età di 24 anni a Düsseldorf, dove segue le lezioni di Joseph Beuys alla Kunstakademie.
Nonostante la presenza di un grande maestro come Beuys, l’artista tedesco è fortemente influenzato dall’astrattismo radicale e in particolare da Fontana, Yves Klein e Piero Manzoni.
L’esperienza accademica, condivisa con il pittore e sculture minimalista Imi Giese, con cui fonda il sodalizio Imi + Imi, lo spinge ad interrogarsi sui limiti della pittura. Così Knoebel inizia ad unire le caratteristiche severe della figura ad una ricerca puntuale sul colore. Ad interessarlo sono le infinite sfumature cromatiche, che accosta attraverso giochi percettivi per dar vita a nuovi approcci espressivi.
Tale indagine si trasforma in un’ossessione esistenziale. Un regresso infinito che da sempre caratterizza il suo lavoro. A parlare di questa fisima è la moglie Carla, che spiega come Knoebel dedica la sua vita ai singoli elementi con una dedizione così significativa, che spesso si trasforma in tormento.
PITTURA COLORE SPAZIO
Tre sono i concetti fondamentali dell’eterna ossessione di Knoebel: pittura, colore e spazio, da cui nasce il titolo della mostra.
La pittura è il dispositivo attraverso il quale l’artista tedesco crea un nuovo linguaggio. Un linguaggio senza tempo, dato dai segni singolari con cui Knoebel firma i propri dipinti.
Il colore è invece sintomo della presenza dell’artista. Il blu, il rosso e il giallo, che accompagnano regolarmente la sua ricerca, vengono privati del loro valore ideologico a favore di quello espressivo.
La curiosa attenzione si conferma anche nella dimensione spaziale. È di fatto fondamentale il modo in cui le sue opere interagiscono con lo spazio circostante e di conseguenza con lo spettatore. Non è un caso allora che tutti i dipinti siano posti ad un’altezza singolare, segnata dall’artista stesso, quasi come se fossero icone da contemplare.
LA MOSTRA
All’interno della mostra 27 opere, disposte sui due piani della galleria, rappresentano la ricerca visiva dell’artista tedesco, che copre un periodo di oltre 30 anni. Eppure, il percorso espositivo non segue un ordine cronologico, al fine di creare un dialogo unitario.
Icastica è la sperimentazione costante, che vede protagonista non solo il colore, ma anche la scelta singolare dei materiali. Già evidente nei primi dipinti posti al primo piano, Messerschnitt VI (1977), Untitled (1983) e Zeichnung 2 (1990) fungono da premessa all’indagine artistica attuale, in cui l’alluminio ricopre un ruolo fondamentale. Knoebel difatti gioca con questo materiale nel trittico Anima Mundi (2019), il lavoro più recente presentato in mostra. Qui l’alluminio non funge solo da supporto, ma diviene parte integrante dell’opera, che con le sue sfumature cromatiche e un tratto segnico marcato, evidenzia la presenza dell’artista.
Dall’evidenza del materiale alla sua mimetizzazione. È il caso di LUEB Go 1276w (2013), che posta all’ingresso di DEP ART Gallery, accompagna l’intero percorso. Come un rebus espositivo, l’opera si nasconde alla vista quando si scende al piano terra, dove, invece, troviamo il lavoro definito più didascalico dal curatore Verzotti: Fishing Red I E. (2007-2009). Di fatto la composizione e scomposizione dei listelli colorati permettono di ripercorrere a ritroso i gesti di Knoebel.
A concludere la tendenza contemplativa di Pittura Colore Spazio la famosa Kinderstern (1994), la stella dei bambini. L’icona, destinata a favore dei progetti per bambini bisognosi, mostra l’aderenza al sociale molto forte in Knoebel, ereditato sicuramente dal maestro Beuys.
Ecco che allora l’unione di elementi così diversi tra loro, la ricerca basilare e le influenze eterogenee ritrovano un filo conduttore all’interno della personale, che, come una biografia, delinea in maniera ricercata l’atteggiamento ossessivo di Imi Knoebel.
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