Arte

L’archeologia della contemporaneità

5 Aprile 2016

All’inizio di Marzo è stata inaugurata, nel parco Archeologico di Siponto in Puglia, l’installazione permanente che ricostruisce la basilica paleocristiana del sito foggiano. L’artista Edoardo Tresoldi ha realizzato un nuovo “edificio” interamente costruito con rete metallica, una sorta di fantasma reale che richiama alla memoria la volumetria della Basilica senza però tradire monumentalità o compiacimenti filologici. Si è parlato di nuovo paradigma per gli interventi archeologici, di una nuova via che possa cancellare le ingombranti tettoie tipiche dei siti italiani, certe anacronistiche ricostruzioni o altrettante invenzioni che la storia ha poi emendato come degli errori anche dannosi per il bene da preservare (vedi il teatro greco di Eracle Minoa). Ma al di là del dibattito tutto interno alla disciplina, il grande merito di Tresoldi – oltre a quello di avere realizzato un’opera di straordinaria forza poetica e visiva – è quello di aver messo i critici davanti a un dubbio. Ovvero, sarà necessario restaurare e manutenere un’installazione così “delicata”, o le cosiddette ingiurie del tempo dovranno essere considerate parte integrante del processo di stratificazione? Quando si ricoprirà di erbacce e polvere, oppure qualche sacchetto di plastica si incastrerà tra le fitte maglie di acciaio, qualcuno dovrà condannare lo spreco di denaro per un’opera che non protegge nemmeno se stessa?

In questo cortocircuito risiede la ricchezza della nuova basilica di Siponto, nella capacità di condensare le contraddizioni contemporanee senza fornire una spiegazione univoca, rimettendo in discussione le inossidabili certezze come solo una vera opera d’arte può fare. In un momento in cui si restaura o ricostruisce il moderno – negando lo spirito stesso con cui venne pensato con operazioni spesso al limite del feticismo, come a Bologna con il Padiglione Lecorbusieriano dell’Esprit Noveau o a Barcelona con il padiglione tedesco di Mies van Der Rohe  – la rete metallica di Siponto sembra prepararsi ad affrontare il futuro senza timori referenziali, conscia che il proprio apparente fallimento potrebbe rivelarsi un vero e proprio successo.

 

foto by Fabio Alessandro Fusco

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