Ambiente
La vandalizzazione e la cultura dello scempio
Spesso per strada, sulle mura o noti monumenti storici a Napoli, si notano traccia di vandalismo che più che graffiti sono scritte o affissioni di manifesti abusivi da ripulire. Dal basamento del campanile di Santa Chiara a quello della chiesa della Pietrasanta, alle rampe di Castel Capuano. E, ancora, tante statue e sculture, come il monumento in piazza Bellini, gettonatissima dai giovani della movida, alle fontane storiche.
Mi viene in mente la questione della deturpazione di beni pubblici che riguardano soprattutto le statue.
Due anni fa a Boston è stata imbrattata di rosso e poi tagliata la testa alla statua di Cristoforo Colombo, a Richmond in Virginia hanno decapitato la statua e buttato il busto nel Bird Park. Perché tanto odio contro l’esploratore italiano? Forse perché ha favorito il genocidio degli indiani. Sarebbe come voler buttare giù il Colosseo perché ha ospitato la morte di tanti schiavi. Questa furia iconoclasta fa capire quanto abbiamo perso in conoscenza della Storia e come la memoria sia diventata quasi una colpa.
D’altronde in una cultura di mercato, la memoria risulta solo uno scempio. Seguendo l’esempio americano si può prevedere che da bisognerebbe dare la caccia alle statue di antichi pionieri, eroi, guerrieri, scienziati.
Nel 2020 fu imbrattata a Milano la statua di Montanelli. Sono la prima a condannare la scelta di un uomo che compra una bambina di dodici anni per farne una giovane sposa, ma non credo che serva prendersela con l’effige di un grande giornalista. Accanto al bronzo di Montanelli bisognerebbe erigere una statua alla bambina sposa, e con lei le bambine che vengono comprate e vendute in disprezzo dei diritti umani.
È importante distinguere: ci sono fior di artisti, di statisti, di eroi che nella vita privata hanno agito con totale disprezzo dei diritti umani.
Non sono però stati cancellati dalla memoria collettiva. Flaubert ad esempio, uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento, nel suo viaggio in Africa, si è preso la sifilide da una famosa prostituta nera e subito dopo, pur sapendo di essere infettato, è giaciuto con una minorenne che ha avuto il futuro rovinato dalla malattia.
Cosa dire di Céline, altro scrittore che ha scritto un pamphlet contro gli ebrei in Bagatelle per un massacro? Se ci fosse una statua di Ezra Pound andremmo a tagliargli la testa perché per uno sciagurato periodo della sua vita è stato dalla parte di Hitler?
Spesso esiste una dicotomia fra le opere e il pensiero assertivo di un autore. Condannando un pensiero aberrante vogliamo condannare tutto o distinguere tutto il resto e dire che pure esecrando le idee politiche o certi comportamenti privati, apprezziamo i romanzi e le poesie quando contraddicono le dichiarazioni degli autori?
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