Arte

La Natività, ancora un’emozione

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25 Dicembre 2014

La Natività, a prescindere dall’essere credente, è qualcosa d’intenso ed emozionante, che ha attraversato i decenni, i secoli, la storia.

La piccola grotta o capanna, nella lontana Betlemme, nonostante tutto, fa ancora parlare di se.

Quanti sono gli avvenimenti degli ultimi duemila anni di storia che richiamano in maniera ancora così forte l’attenzione del mondo contemporaneo?

Perchè tutto questo continua ancora oggi a irradiare un sentimento di bontà, di apertura agli altri, ponendosi al di sopra delle divisioni?

Perchè questo rappresenta un momento importante, d’introspezione, di riflessione?

Nella storia dell’arte i più grandi pittori l’hanno rappresentato, trasmettendocene l’intensità e la forte emozione che comunque suscita nell’uomo.

 

X. Marc Chagall – Natività

Uno dei pochi esempi della Natività nell’arte contemporanea arriva nell’opera dell’artista che, pur essendo russo di nascita, trascorse tutta la vita nelle campagne della Francia provenzale.

La poetica di Chagall, che si concretizzò nelle opere a sfondo religioso, come la serie sulla vita di Mosè, e nei dipinti che ricordano la sua infanzia nella campagna russa tra il sogno e la realtà, in quest’opera del 1941 raggiunge uno degli esiti più felici, con la figura di Maria vestita di bianco nell’angolo a sinistra, mentre gli angeli e una pecorella la osservano con tenerezza e gratitudine.

 

IX. Caravaggio – Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi

La storia di questo dipinto, uno dei capolavori del pittore barocco milanese, è stata drammaticamente segnata dal suo furto, avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 presso l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, dove era custodita dalla fine del Seicento.

A tutt’oggi il quadro non è mai stato recuperato, anche se secondo alcuni pentiti mafiosi venne prima esposto in alcune riunioni di capi della mafia siciliana e poi venne lasciato in una stalla, dove a causa delle intemperie fu completamente distrutto.

Dalle varie copie si può vedere come nella Natività del Caravaggio i personaggi siano colti in atteggiamenti spontanei, mentre la luce gioca un ruolo importante nel modellare la scena.

 

VIII. Pieter Paul Rubens – Adorazione dei pastori

Considerato il più grande pittore barocco del Seicento fiammingo, Rubens passò la maggior parte della sua vita tra la Francia e l’Italia, dove lavorò a lungo per il papa e per la corta ducale di Mantova.

Alla fine del suo soggiorno in Italia, nel 1608, l’artista olandese dipinse questa tela di grandissimo pregio, in cui una calda luce dorata avvolge le figure della Sacra Famiglia e di una vecchia levatrice, mentre gli angeli annunciano la nascita del Salvatore a Betlemme.

 

VII. Albrecht Durer – Natività

Artista attivissimo, per tutta la vita, il fiammingo Durer lavorò sia nel campo dell’incisione sia in quello della pittura, usando uno stile  semplice e ricco di dettagli.

Come dimostra questo lavoro del 1511, dove la Madonna e suo figlio sono in una povera capanna dei Paesi Bassi di quegli anni, ma la stella cometa e la presenza dei pastori donano uno spiraglio di speranza al tutto.

 

VI. Leonardo Da Vinci – Adorazione dei Magi

Una delle opere più sfortunate del Rinascimento fiorentino, l’Adorazione dei Magi fu iniziata da Leonardo alla fine del 1481, ma dopo la partenza per Milano del giovane pittore l’opera venne lasciata incompiuta e poi ceduta alla fine del Settecento agli Uffizi di Firenze, dove si trova ancora oggi.

Eppure dalle varie copie traspare già l’originalità del pittore toscano, che al centro della composizione pone la Madonna con al suo fianco i Magi, mentre sullo sfondo  sono presenti architetture e pecore, dando un senso di tridimensionalità fino ad allora ignoto nella storia dell’arte.

 

 V. Hans Memling – Natività

Tra i principali maestri dell’arte fiamminga nella seconda metà del Quattrocento, Memling è rimasto noto per le sue tavolette a carattere religioso, dove si può notare anche la profonda malinconia per un mondo che stava cambiando.

E la Natività del 1470 illustra bene queste caratteristiche, con una Madonna che, in una casa caduta in rovina, prega per suo figlio con il solo conforto di un monaco benedettino.

 

IV. Piero della Francesca – Natività

Considerato uno degli ultimi capolavori del pittore toscano, l’opera si trova presso la National Gallery di Londra, dove è stata sottoposta ad analisi e studi per scoprire da dove arrivasse e quali siano i significati nascosti al suo interno.

E, infatti, il dipinto presenta una raffigurazione strana e inquietante al tempo stesso della nascita di Gesù, con Giuseppe che chiacchiera con i pastori, mentre Maria, accompagnata da un piccolo gruppo di angeli che suonano, prega per il figlio che giace sulla nuda terra mentre sullo sfondo si vede il paesaggio di Borgo Sansepolcro, paese natale di Piero della Francesca.

 

III. Filippo Lippi – Natività

Tra i dipinti più interessanti del pittore fiorentino, questa piccola Natività venne realizzata nella seconda metà del Quattrocento forse per una famiglia di ricchi mercanti di Firenze, anche se non ci sono documenti al riguardo.

Quello che si sa di certo è che l’opera è un piccolo capolavoro, con le figure della Madonna e di San Vincenzo Ferrer in primo piano, mentre sullo sfondo la presenza di un gruppetto di pastori e musicanti rende ancora più delicata e intimista l’atmosfera della scena.

 

II.  Andrej Rubiev – Icona della Natività

Agli inizi del Quattrocento russo, il pittore Andrej Rubiev ideò una serie d’icone dedicate alla storia della Madonna e dei santi, che in poco tempo diedero vita a una vera e propria scuola di giovani artisti destinati a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte russa del Rinascimento.

Questa icona della Natività, considerata il suo capolavoro, presenta l’immagine della Madonna al centro, immersa in uno stato di profonda meditazione, circondata dalle figure dei Magi e dei pastori, che adorano lei e suo figlio Gesù, prova vivente della parola di Dio.

 

I. Giotto – Adorazione dei Magi

Dipinta verso il 1303, quest’adorazione dei Magi fa parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, considerato dagli studiosi non solo il capolavoro di Giotto, ma anche una delle vette più alte dell’arte romanica italiana.

Sotto una struttura lignea dall’aspetto semplice e austero, la Madonna con Gesù accoglie con benevolenza i Magi del lontano Oriente, venuti ad adorare il figlio di Dio, mentre la bellezza della scena è arricchita da un angelo sulla destra e dal cielo punteggiato di stelle dove spicca la cometa simbolo del Natale.

 

 

 

 

 

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