Arte
Il ragazzo che disegnava con la luce
Stephen Orlando la luce non la usa per illuminare ma per disegnare. Adoperando una particolare tecnica è in grado di comporre delle fotografie splendide, poetiche, silenziose e inaspettatamente colorate.
Per realizzare le sue foto usa delle luci al LED applicate su oggetti e corpi in movimento attraverso i quali riesce a catturare il tragitto e la traiettoria dei movimenti. Le traiettorie e le scie composte sono scatti dai colori tenui e delicati, saturi e vividi in ambienti intatti e silenziosi. Per ottenere gli effetti lineari delle luci imposta la macchina fotografica con tempi lunghi, questo comporta che i movimenti appaiono impresse come delle striature, delle lunghe linee, risultato dello spostamento nello spazio.
Nelle gallerie fotografiche che ha realizzato nei suoi lavori ci sono situazioni e sport differenti. Scie luminose che accarezzano fiumi in piena, gesti di arti marziali fluidi e sospesi, remi invisibili trasformati in ellissi di luce tridimensionali di vogate in canoa o kayak.
Stephen si ritiene un purista dell’immagine, precisa che i suoi scatti sono il frutto di impostazioni delle macchina fotografica e non del fotoritocco.
Il suo lavoro nasce dallo studio di predecessori importanti della storia della fotografia e del movimento dei corpi, tra i suoi maestri cita Étienne-Jules Marey, Anton Giulio Bragaglia, Gjon Mili, e Frank Gilbreth pionieri di tecniche come quelle usate da Stephen.
Questo giovane artista ha unito in uno scatto natura e tecnologia esprimendo un volto invisibile del reale e dimostrando che si può rispettare e valorizzare l’ambiente anche con dei cip elettronici di una reflex.
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