Arte
Il meglio di … I più grandi successi e fallimenti / 30 anni di a.m.Leka
Best of a.m.Leka
Il meglio di … I più grandi successi e fallimenti / 30 anni di grafica artistica
La retrospettiva di a.m.Leka aka Aleksandar Leka Mladenović, professore ordinario alla Facoltà di Belle Arti di Belgrado si è articolata in 3 spazi espositivi istituzionali: la FLU Gallery, la FLU Showcase Gallery e la Graphic Center Gallery.
Il sottotitolo stesso rivela arguzia, ma anche autoironia, importante nel lavoro di questo artista che ammette di aver rubato il sottotitolo a Robert Wyatt, uno dei più grandi autori di musica pop che ha chiamato la sua raccolta di successi I miei più grandi fallimenti.
La comunione di spirito con Wyatt, non sta tanto nel gusto musicale, ma nell’ idea di vita e soprattutto nella visione artistica che vede protagonisti in entrambi un misto di dolore nascosto e di pubblico humor, senso dell’inadeguatezza, malinconia, amore per il nonsense e a tratti per le canzonette pop.
A detta dell’artista la connotazione fondamentale che rende l’arte vitale è la somma dei successi e dei fallimenti propri del percorso artistico, così come la vita stessa, altrimenti sarebbe monotona, statica e molto noiosa.
Un ritmo a tratti sincopato, ma pur sempre melodico che si prefigura visivamente nella sua arte grafica che spazia dalla sublime e romantica concezione dell’arte come apice e fine dell’azione umana, all’abisso nichilista del nonsenso e del non ritorno.
Circa dieci anni fa a.m.Leka ha iniziato la serie di lavori Teoria del complotto, un progetto aggettante considerato il contesto in cui stiamo vivendo.
Con la pandemia, il vaccino e il rilancio a bastoni delle elezioni americane, la serie assume un significato nuovo e decisamente rilevante. Si distingue il grafico del 2018 Cospirazione della teoria – Notizie scioccanti. Ad ispirare l’artista le false notizie che hanno portato non poco sconcerto nella cittadinanza dotata di buon senso: ossia che gli alieni avrebbero diffuso una qualche e sconosciuta malattia nella Serbia meridionale.
Un’epoca che ci lascia basite la nostra, ma sicuramente un ottimo bacino per la satira e l’umorismo.
Una parte della mostra di Mladenović, che si trova nel Centro per la Grafica, è principalmente dedicata alla collaborazione con il poeta e musicista britannico Vic Godard.
A rimarcare quanto la scena musicale sia stata fondamentale non tanto nella formazione, ma proprio nell’espressione artistica.
“Per prima cosa mi ha regalato una canzone per il progetto Early Punk and Hybrid Graphics” Mladenović ricorda gli inizi dell’amicizia sin da quando furono create le copertine per gli album di Godard, ma anche il progetto Vik-Leka, risposte visive agli imput sonori delle canzoni.
Come per Robert Wyatt anche per Vic Godard il coraggio della trasformazione è stato determinante per la sopravvivenza.
Il Punk ha iniziato l’artista in modo creativo, lo stile è presente nella sua forma totalizzante o più o meno evidente sia nei dipinti che nelle acque forti. Ad esempio nelle serie Punk Portraits of the Obrenović Dynasty o in quelle dedicate ai Subway Sect – Nobody’s Scared, Chord G Major.
Il Punk, determinante e fortunatamente breve a detta dell’artista, che nel suo catalogo di mostra cita Camus La forma più elementare di ribellione, paradossalmente, esprime un’aspirazione all’ordine.
Il fallimento veloce del Punk è un dato positivo ci spiega, è stato commercializzato e trasformato in qualcosa di esattamente l’opposto. Alcuni di quei primi punk sono i più grandi conservatori oggi, come Johnny Rotten. Ecco perché a.m.Leka assume Godard come spirito affine, perché ha lasciato il punk anche prima del crollo, introducendo il jazz nella musica popolare negli anni Ottanta quando nessuno lo aveva ancora fatto, proprio come lui elabora continuamente le sue grafiche nello stile e nei contenuti.
La grafica del catalogo è stata affidata ad Aleksandra Keković Mladenović, che da anni progetta e sperimenta grafiche di copertine di dischi a livello internazionale che si estende dalla Cina, all’America e al Canada. È anche grazie alla loro collaborazione che il Centro per la Grafica belgradese ha assunto un ruolo importante nella grafica globale.
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