Arte
I fili naturali della vita, le corde dell’armonia, gli oggetti del vissuto
Virginia Franceschi è un’artista dalla manualità finissima. I suoi arazzi di tessuti pregiati danno conto di una laboriosità che raggiunge, attraverso la cura dell’attenta esecuzione, una sintomatica delicatezza. Mentre, le sculture mobili hanno il ricercato equilibrio della combinazione armonica degli oggetti raccattati. In un’epoca contrassegnata da nuove e continue tecnologie, sempre più azzardate e platealmente ardite, i fili colorati della Franceschi restituiscono una meticolosa sapienza che trapassa il tempo e le mode, a vantaggio di una percezione carezzevole e soave, che ci riconcilia con l’antico nella celebrazione di un gesto artistico contemporaneo, distinto, elegantemente proiettato verso un modello assoluto di sensibile estetica. La stessa compostezza prospettica delle composizioni mobili richiama l’ordine sparso dell’universo, facendo di un vecchio manubrio da triciclo o una bottiglia di plastica schiacciata un pianeta intimistico da esplorare: oggetti scaricati e privati per sempre della loro praticità originale che assurgono, nel gioco fantastico della creatività, alla funzionalità di corpi celesti contrapposti armonicamente in uno spazio (in)finito e (im)percepibile.
Tra le esperienze di formazione di questa distintiva artista vi è l’acquisizione della tecnica di tintura naturale, che le consente di lavorare a componimenti eseguiti con grande maestria, dove a definire la bellezza dell’opera è il melodioso accostamento dei tasselli colorati in tessuto materico o liscio, come la seta, il lino, il cotone, presentati sfilati, oppure ornati da ricami e rifiniti con l’aggiunta di elementi diversi, quali fili, nastri, cordoncini, frammenti di ceramica, bottoni, paillettes. I tessuti adoperati dalla nostra creativa vengono rinvenuti, mediante una minuziosa ricerca, tra le antiche stoffe di famiglia. Diversamente, durante i suoi viaggi in Francia, in Turchia, in Marocco, in Uzbekistan e nelle frequenti visite ai mercatini dell’usato. Quanto alle “sospensioni sensibili” (sculture mobili), vengono composte con rami recuperati sulle spiagge del Cilento, luogo molto caro all’artista, nonché con bottiglie di plastica, giocattoli rotti, reti metalliche e residui tecnologici. Il tutto, assemblato con un riguardo che denota una particolare attrazione per la natura e una propensione spiccata per la tutela dell’ambiente. Attualmente, una sua mostra è allestita a Salerno, fino all’8 novembre 2022, negli spazi evocativi della Fondazione Ebris, nell’ex convento di San Nicola della Palma.
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