Arte
Geppi Cucciari, la resistente della tv nazionale
Ho guardato molto volentieri il programma televisivo di Geppi Cucciari, l’unico spettacolo di intrattenimento che titilla l’intelligenza umana in un panorama di proposte che la umiliano fuori misura, fino a non tenerne assolutamente conto, riempendo i palinsesti di cose che appaiono goffe e deformi. Di questi tempi la showman sarda è per la Rai ciò che un lampione isolato rappresenta in un viale al buio. Il neo-oscurantismo italiano, come è noto, attecchì, anni or sono, in primo luogo in tv, prima di espandersi sui giornali e nella comunicazione in genere, caratterizzando man mano il linguaggio attuale, il comportamento e, infine, il gusto per qualsiasi cosa fatta male, esposta peggio e decantata in maniera ancora più disdicevole. Gillo Dorfles parlava di estetica del disgusto, una tendenza generale che contaminava i vari campi della vita sociale, arrivando a interessare, in qualche modo, finanche l’arte. Ecco, in un contesto tendente a scoraggiare qualsiasi apprezzamento che vada in direzione di un elemento etico, la signora Cucciari, con un atteggiamento semplicemente sobrio, nei guizzi come nella linearità della forma, riesce, tanto nel discorso che nel dialogo, a esprimere la sensibilità necessaria e irrinunciabile per continuare ad avere fiducia nell’estro, nella distinzione, nella qualità.
In altri termini, “Splendida cornice”, dove, oltre gli ospiti, dànno testimonianza di sé autentici esperti ed autentiche esperte, è un tentativo serio e simpatico di recuperare il buongusto, facendosi ora intrattenimento culturale e divulgazione, ora evasione e satira, e unendo senza strappi la riflessione profonda con la leggiadria, l’umorismo con la conoscenza. La poliedrica conduttrice distribuisce a meraviglia arguzia e prontezza mentale, a supporto di una avvedutezza culturale e professionale non proprio comune. Sa impostare interviste che sono l’esatto contrario di quelle subnormali propinate da Marzullo e affini, canta e balla graziosamente, spiazza con garbo e tempi imprevedibili, incalza abbassando (non alzando) di un ottava la sua tonalità, sfotte con una finezza che emana travolgente femminilità. La Cucciari è un’artista che sa rendere godibile per intero uno spettacolo, a prescindere dal genere al quale appartiene. Si tratti di televisione, teatro, musica, social, riesce sempre a rendersi interessante agli occhi di chi la guarda, ascolta, o legge le sue parole, mai banali e mai irretite da infestanti luoghi comuni. E, quel che è meglio, un programma televisivo così concepito rivela le molteplici componenti che contribuiscono a determinare l’idea di cultura collettiva, da cui, spesso, quella individuale viene considerevolmente condizionata. In quest’ottica, bisogna riconoscere alla creativa Geppi di aver inserito tra le caratteristiche culturali dell’intrattenimento in tv, notoriamente banali e superficiali, le categorie della profondità e della resistenza.
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