Arte
Le camere cambiano di senso nelle Gif di Franziska Sinn
«Non c’è nessun altro luogo di cui possa dire con altrettanta certezza che ci siamo già stati», scriveva Freud riflettendo sul corpo materno. E la casa, in diverse occasioni, è stata metaforicamente associata al corpo della madre. Ma cosa significa abitare oggi? Cambiando l’uomo è sicuramente cambiato anche il modo di abitare.
Alain de Botton, in Architettura e felicità, scrive: «Tendiamo ad attribuire il nome di casa a quei luoghi il cui aspetto corrisponde al nostro e lo legittima. Non è indispensabile che le nostre case ci offrano un riparo permanente o che contengano i nostri vestiti per meritare questo nome. Parlare di casa in relazione a un edificio significa semplicemente riconoscere che è in armonia con il canto interiore a noi caro. Casa può essere un aeroporto o una biblioteca, un giardino o una tavola calda lungo l’autostrada». Nonostante ciò, l’autore tiene a precisare che «il nostro amore per la casa è a sua volta il riconoscimento di quanto la nostra identità non si autodetermini. Ci serve una casa in senso psicologico oltre che fisico, per compensare la nostra vulnerabilità. Ci serve un rifugio per puntellare i nostri stati mentali perchè spesso il mondo ci rema contro. Ci servono stanze nostre per trovare una versione desiderabile di noi stessi e mantenere in vita i lati importanti, ma evanescenti, della nostra personalità». E queste stanze cambiano giorno per giorno, prendono forme nuove.
Franziska Sinn, fotografa e designer che vive a Berlino, ha realizzato per il progetto Rooms delle Gif nelle quali gli oggetti contenuti nella stanza cambiano posizione, mutando così la percezione stessa dell’ambiente immortalato e dandone un senso completamente nuovo.
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