Arte
Fic Festival: Catania al centro della danza
Catania. Qualche tempo fa, parlando con un siciliano che ha fatto una gran fortuna nel Nord Italia, si condivideva l’idea che ormai è chiaro che i giovani siciliani legittimamente fuggano dalla Sicilia, mentre al contrario sarebbe necessario che nascesse in Sicilia qualche realtà avanzata di tipo culturale, imprenditoriale, di ricerca, capace di richiamare nell’isola le intelligenze di chi se n’è andato o di attrarne altre e nuove. A rifletterci bene, appare evidente che questo pensiero è purtroppo poco meno di una bella utopia, però chi vivendo in Sicilia ne osserva le dinamiche sociali e culturali e, a qualunque titolo, si occupa di politiche e di realtà della cultura sa che a Catania, da molti anni ormai, si staglia per la sua vitalità culturale l’esperienza di “Scenario Pubblico” sotto la direzione artistica del coreografo e danzatore Roberto Zappalà e di quella generale di Maria Inguscio: una coppia formidabile a cui Catania e un po’ tutta la Sicilia devono moltissimo. Occorre ribadirlo: la realtà artistica di Scenario Pubblico è una delle poche strutture apparse in Sicilia negli ultimi decenni di cui siciliani possono andar fieri senza tema di smentita. Una realtà artistica di livello nazionale ovviamente (dal punto di vista giuridico è un “Centro di rilevante interesse nazionale per la danza”) e internazionale, con produzioni che attraversano l’Europa e che, in epoca di globalizzazione, varcano assai spesso i confini del vecchio continente. Raccontiamo questa volta però non di una nuova produzione o di uno dei tanti spettacoli che Zappalà ha in repertorio, ma del Festival Fic, acronimo che sta per “Focolaio di infezione creativa”, giunto quest’anno alla V edizione. Un festival di danza che, dal 3 al 12 maggio, si è dispiegato nel cuore bellissimo, nero di lava e barocco di Catania, tra le vie e le piazze del centro e nei teatri “San Giorgi”, “Scenario Pubblico”, ovviamente, e il grande Teatro Bellini: grandi nomi e grandi emozioni della danza italiana e internazionale in tutte le singole date e, nel complesso, una proiezione di standing internazionale della città etnea e della Sicilia intera che è una vera e propria boccata di ossigeno culturale e di speranza. Tra gli ospiti italiani: Virgilio Sieni (“Solo Goldeberg Variations” con Andrea Rebaudengo), la compagnia EgriBianco (“Coreofonie #La sacre”), la compagnia di Enzo Cosimi (“Bastard suunday”), Alessandro Sciarroni (“Save the last dance for me”), Petranura Danza (“Agamennone”). Tra gli ospiti e le esperienze internazionali Joy Alpuerto Ritter, Samir Calixto (“4 Seasons. Jubileum version”, con l’ensemble d’archi del Teatro Massimo Bellini) la MM Contemporary Dance Company di Maguy Marin (“Grosse fugue”), Olivier Dubois (“My body of coming forth by day”). Ancora: accanto a questa meravigliosa abbondanza, ovviamente gli spettacoli di “Zappalà Danza (“Instrument jam”, la “Trilogia dell’estasi”), i lavori del Collettivo Sicily made (“The swan road”), la musica di Giovanni Sollima, le opere d’arte e le installazioni di Tony Cragg, di Esther Klaes, di Richard Long e di Francesco Balsamo, il teatro di Giovanni Calcagno (“Il ciclope innamorato”), la cucina di Carmelo Chiaromonte, le percussioni giapponesi di Mudenaiko e, last but not least, il pubblico di Scenario a cui Zappalà e Inguscio hanno sempre dedicato un’attenzione speciale e che non è un’entità astratta, mutevole ed estemporanea, ma una vera e propria comunità di cittadini fruitori di danza e di arte contemporanea, assolutamente all’altezza di ciò che passa da Scenario. Prima o poi insomma la Catania del presente e quella del futuro dovranno provvedere a un giusto e stabile riconoscimento del valore di questi artisti, ma intanto la sensazione vivissima in questa edizione del Festival è che sempre più la città e il territorio circostante si stiano rendendo conto di quale ricchezza e di quanta bellezza e speranza abbiano realizzato e donato le esperienze di Scenario Pubblico e di Zappalà Danza.
Crediti fotografici: Robert Benschop (Samir Calixto), Piero Tauro (Enzo Cosimi), Marco Nselli Nirmal (Zappalà Danza).
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