Ambiente
Conexión rural: intersezioni sonore tra Fortore e Perù
L’invito ad esplorare e indagare attraverso il suono il territorio del Fortore nel meridione d’Italia mi ha aperto le porte di un mondo al quale da sempre mi sono sentito vicino, al di là delle migliaia di chilometri di distanza che separano il mio abituale luogo di residenza da esso.
Un mondo che avevo cominciato ad esplorare nelle zone rurali del Peru, tappa iniziale di questo percorso che ha connesso l’area non distante da Cuzco con il Fortore.
Un mondo che trascende le sue frontiere geografiche per protendersi altrove, verso altre zone rurali individuate dai concetti globali di territorio, tempo e famiglia.
Il soggiorno a Baselice, in Fortore, ha rappresentato una delle esperienze più ricche dell’intero progetto. Non appena giunto in una zona che fino ad allora per me rappresentava un autentico mistero, dal momento che ero determinato a non cercare o scoprire nulla prima di arrivare in quel territorio, vivendo la sorpresa quotidiana di scoprirlo ed esplorarlo, ho avuto modo di trascorrere diversi giorni a contatto diretto la famiglia Bianco, seguendo quotidianamente le attività agricole e di lavoro all’interno dell’azienda agrituristica che la famiglia stessa conduce.
Dal primo giorno, ho condiviso con loro la mensa, i momenti di incontro, di lavoro e di convivialità: all’interno di questo contesto ho avuto modo di radicare la mia ricerca, svolta attraverso una serie di registrazioni audiovisive, l’osservazione sul campo e la percezione dei luoghi e del territorio.
Tra gli elementi venuti subito in evidenza, ci sono sicuramente le forme di organizzazione del lavoro nella famiglia, quelle di comunicazione e la settorializzazione dei ruoli di cui ciascuno è responsabile. Eredi di conoscenza per la produzione di pane, formaggio, latte, carne, verdure e altri prodotti agricoli di base, ognuno nella famiglia è fortemente consapevole del valore del proprio lavoro quotidiano, come accade anche nelle famiglie contadine andine in Peru, dove il progetto di ricerca è iniziato.
È chiaro che ciascuna di questa esperienze è condizionata dal contesto culturale, economico, sociale, politico e dalla geografia specifica di ogni luogo, ma i principi e gli atteggiamenti rimangono legati alla perseveranza nel processo della vita e della produzione, alla comprensione della natura come risorsa primaria del proprio lavoro, che quasi inconsapevolmente diventa filosofia di vita, in cui emerge il ciclo temporale-causale. C’è consapevolezza, cioè, del fatto che il tempo non agisce in modo lineare e che non esiste un vero punto di arrivo nella traiettoria temporale. È una ciclicità perenne che si regge sui processi di semina, di coltivazione e di cura, all’interno della quale esiste un effetto per ogni azione intrapresa.
Principi forse elementari, ma che si dissolvono nella dimensione urbana, in cui la produzione è associata piuttosto ad un inizio ed ad una fine e si articola in un loop di percorsi lineari giornalieri.
È una linearità che si appiattisce su una dimensione di un’istantaneità perenne che rifugge da ogni possibilità di autoriflessione sugli effetti turbolenti di questi processi e sulle modificazioni ambientali da essi prodotte.
“Conexión rural”, in definitiva, ha rappresentato semplicemente la possibilità di focalizzare l’attenzione su costumi, eventi, processi ancestrali oggi dormienti, sul fatto che l’agricoltura rappresenta ancora la forza trainante della modernità, e che dunque essa può essere considerata come lo spazio di maggiore interesse per la conservazione e la qualità della vita delle generazioni future.
Accostarsi ai paesaggi per comprenderne i loro processi, ascoltarne i suoni come elementi che consentono di indagarli in profondità, per analizzare i processi della ruralità contemporanea. Per riscoprirne, come accaduto nel corso di Liminaria, le loro contraddizioni ma anche l’infinita bellezza di cui sono portatori.
Alejandro Cornejo Montibeller – artista sonoro, ricercatore e giornalista specializzato in comunicazione interculturale.
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