Arte

C’è un’artista inglese che commette furti in Italia. E nessuno ha capito perché

12 Giugno 2018

Immaginate di essere una ricca e colta signora inglese cinquantenne: avete un lavoro che amate (siete un’artista) e una bella famiglia. A un certo punto lasciate tutto per venire in Italia e incominciate a “vivere a scrocco”: andate nei migliori hotel, ristoranti e spa dalla Calabria alla Liguria, passando per la Lombardia, e ogni volta scappate senza pagare. Dopo vari colpi, vi arrestano quando, con grande nonchalance, come affermeranno i testimoni, tentate di rubare una barca a Portofino. Voi protestate, dicendo che era il vostro regalo di compleanno.

Vi identificano, ricostruiscono il vostro tour dell’Italia a base di furti e vi rilasciano offrendovi aiuto e di rimandarvi a casa, ma voi rifiutate e chiedete di non dire alla vostra famiglia dove vi trovate. E così ad oggi siete da qualche parte in giro per l’Italia senza un soldo in tasca e, chissà, fino al prossimo “colpo”.

Sembra una storia troppo assurda per essere vera e invece è la realtà. La protagonista di questa “vacanza con crimine” nella nostra Penisola si chiama Larissa Watson. E la sua improvvisa follia è un mistero che sta creando forte ansia nei suoi famigliari.

Abbiamo provato a spiegare cosa è successo alla signora Watson con l’aiuto del medico legale e criminologo Giorgio Droetto. «Se fosse uno scherzo il titolo delle avventure della signora Watson potrebbe essere “genio e sregolatezza” – osserva l’esperto – ma i fatti mettono in evidenza una storia umana caratterizzata da una grande fragilità, da molta sofferenza e da una grave mancanza di critica di malattia».

Che cosa accade alla signora?

«Sembrerebbe – stando alle notizie di fonte giornalistica – che ci troviamo dinanzi a un soggetto affetto da una psicosi maniaco-depressiva in fase maniacale».

Cioè?

«Il professor Ugo Fornari nel suo trattato di Psichiatria forense così descrive questa fase: “esaltazione dell’umore e dell’affettività, perdita di controllo sulla volontà, agitazione psicomotoria, diminuzione della capacità di fissazione dei ricordi, marcato tachipsichismo, cioè un accavallarsi di pensieri che si susseguono in un fluire continuo e spesso non controllato. La superficialità e la fuga di idee, la vivacità della fantasia e l’incapacità di critica fanno sì che tra pensiero ed atto non vi sia più la necessaria fase di riflessione e le reazioni siano precipitose, disordinate, collegate soltanto all’intensità e volubilità degli stimoli interiori ed esterni».

La completa assenza di critica nei confronti della malattia come nei confronti degli atti messi in essere indicano come il soggetto sia profondamente disturbato e necessitante di un trattamento medico specialistico».

Non è un atteggiamento arrogante, il suo, pretendere di continuare a vivere così? Talvolta aggredisce fisicamente chi le chiede di pagare.

«Può apparire tale, ma in realtà questa reazione, anche talora connotata da una carica di aggressività, avviene in quanto la Watson si considera perfettamente sana e reagisce – mancando una capacità critica – ad interventi esterni che giudica intrusivi e disturbanti la sua percezione di realtà.

I reati commessi dalla signora Watson si possono considerare “reati senza storia” in quanto commessi in modo quasi compulsivo, senza possibilità di successo, senza alcun tipo di pianificazione razionale, non progettati da una mente criminale ma frutto di una mente profondamente disturbata e sofferente».

Come si può aiutare una persona con un problema simile?

«Ritengo che nel caso di specie, aldilà dei provvedimenti di carattere giudiziario che sono stati presi, sarebbe forse stato opportuno proporre e sottoporre la signora ad una visita psichiatrica presso il più vicino DSM (Dipartimento di Salute Mentale) e, in caso di rifiuto, a un ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio), che non va confuso con il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), quest’ultimo da riservare solo quale ultima ratio ove ne fossero ricorsi i requisiti etici e giuridici.

Sono preoccupato e sconcertato dal fatto che la signora non sia stata adeguatamente aiutata dal punto di vista medico».

Cosa può accadere ora?

«La signora Watson, lasciata a sé, potrà prevedibilmente incorrere in ulteriore gravi disavventure oltre che reiterare nuovamente reati, essendo soggetto fragile e psichicamente instabile. E inoltre, ultima ratio, potrebbe diventare vittima lei stessa di agiti criminosi da parte di persone senza scrupoli. Evento quindi ragionevolmente prevedibile e altrettanto ragionevolmente prevenibile (almeno in termini di chance) con appropriate cure mediche».

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