Arte

BUON COMPLEANNO TRICOLORE! BREVE VIAGGIO NELLA STORIA DELLA NOSTRA BANDIERA.

7 Gennaio 2015

Chissà quante volte ci siamo passati sotto, distrattamente, senza degnarlo di più di un’occhiata. Chissà quante volte l’abbiamo visto sventolare, da Nord a Sud, sui nostri palazzi comunali, sui nostri monumenti, o magari, un po’ dimesso e quasi fuori luogo, sull’entrata di un albergo di lusso. Per non parlare degli aeroporti, degli stadi, delle nostre ambasciate all’estero.

Sto parlando ovviamente del Tricolore, la nostra bandiera nazionale. Che oggi, proprio oggi, 7 gennaio, compie la bellezza di 218 anni.
Come è noto, i tre colori della bandiera italiana simboleggiano i più alti valori su cui è stata edificata l’Unità del nostro paese. Ma per comprenderne le motivazioni profonde, bisogna tornare un po’ più indietro nella nostra storia.

 

Tutto ebbe inizio a Reggio Emilia, nel 1794, ad opera di due studenti dell’Università di Bologna e martiri patrioti: Luigi Zamboni, bolognese, e Giovanni Battista de Rolandis, originario di Castell’Alfero (in provincia di Asti). I due giovani amici vollero unire, inizialmente in tre bande orizzontali (rosso sopra, bianco al centro e verde sotto) quelli che rappresentavano rispettivamente i colori delle città di Bologna, di Asti e di Milano.

Come la somiglianza lascia facilmente intendere, il tricolore italiano prende la sua ispirazione da quello transalpino, che nacque durante la Rivoluzione Francese dall’unione del bianco, colore della monarchia, con il rosso e il blu, i colori di Parigi.
Il successo della “Campagna italica” di Napoleone Bonaparte (1796-1797) esportò il modello del tricolore nella parte settentrionale della penisola, dove al blu tuttavia si sostituì il verde, colore delle uniformi della Guardia Civica milanese, divenuto anche il simbolo di tutti i combattenti per l’Italia rivoluzionaria.

Il tricolore fu adottato come bandiera ufficiale per prima dalla Repubblica Cispadana.
A Reggio Emilia, il 27 dicembre 1796, si riunì un’assemblea di 110 delegati presieduti da Carlo Facci per decretare la costituzione della nascente repubblica, comprendente i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Ad avanzare la proposta di adozione di una bandiera verde, bianca e rossa fu Giuseppe Compagnoni, che per questo è ricordato come il “Padre del Tricolore”.
Nel verbale della riunione del 7 gennaio 1797 si legge: “Compagnoni fa mozione che lo stemma della Repubblica sia innalzato in tutti quei luoghi nei quali è solito che si tenga lo Stemma della Sovranità. […] Fa pure mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti.”
Il decreto venne approvato e da quel giorno il Tricolore verde, bianco e rosso divenne il simbolo ufficiale della Repubblica Cispadana.
Pochi mesi dopo, con l’unione tra le repubbliche Cispadana e Transpadana, si costituì la Repubblica Cisalpina, il cui Gran Consiglio, in data 11 maggio 1798, confermò il tricolore come bandiera nazionale.

 

Questa bandiera, che per la prima volta in Italia non era più un’insegna dinastica, ma l’emblema di uno stato-nazione, divenne negli anni il simbolo della rivolta che animava e univa tutta l’Italia: il Risorgimento.
Con la nascita della breve Repubblica Italiana (1802-1805) vennero conservati i colori ma la forma mutò in un quadrato verde inserito in un rombo bianco, a sua volta inserito in un quadrato rosso: si tratta di una composizione molto simile all’attuale stendardo presidenziale italiano.
Con la trasformazione in Regno d’Italia (1805-1814), la bandiera non subì modifiche formali, benché i vessilli militari riportassero un’aquila imperiale di colore giallo sul quadrato verde.

  

Nel 1831, Giuseppe Mazzini scelse il Tricolore come emblema della “Giovine Italia” e nel marzo del 1848, durante le Cinque Giornate di Milano, sventolò sulle barricate erette dai milanesi contro gli austriaci.
Sempre nel 1848, la bandiera verde bianca e rossa venne adottata dalle milizie borboniche, veneziane e papali inviate in soccorso dei lombardi, essendo ormai il simbolo dell’Italia libera dal giogo austriaco e da ogni potenza straniera.

Il 12 febbraio 1849 la bandiera viene adottata anche nella breve esperienza della Repubblica Romana come simbolo di libertà e democrazia.

Nel 1860 il Tricolore diviene anche la bandiera del Regno delle Due Sicilie, con la particolarità dello stemma borbonico sovrapposto al bianco centrale. Quando, il 17 marzo 1861, viene proclamato il Regno d’Italia, il Tricolore, ormai per consuetudine, viene accettato senza discussioni come bandiera nazionale.

 

Con l’Unità ai tre colori si aggiunse tuttavia l’azzurro, colore distintivo della famiglia Savoia, inserito nella bandiera del Regno d’Italia sul contorno dello stemma per evitare che la croce e il campo dello scudo si confondessero con il bianco e il rosso delle bande del vessillo (vedi foto). Da allora l’azzurro è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell’Italia, basti pensare ad esempio alle maglie sportive nazionali.

La Repubblica italiana cancellò ovviamente il blu dei Savoia e ufficializzò la bandiera attuale nell’articolo 12 della Costituzione del 1948, disponendo il verde, il bianco e il rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni, per ribadire la pari importanza degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità come valori guida della nascente repubblica.

Il Tricolore che oggi ci rappresenta nel mondo è figlio di tutto questo. Tanti auguri!

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