Arte
AR Argenteria, dai trofei di calcio ai candelabri: un mestiere che si estingue
Simone lavora in AR Argenteria, a Cusano Milanino, da più di 30 anni. L’azienda fu fondata nel 1950 da suo zio Roberto, con il quale ha lavorato per 22 anni, poi, insieme al suo socio Ivan, hanno rilevato l’azienda e da lì hanno iniziato a innovare.
“I cambiamenti sono stati importanti. Il mestiere in se stesso è rimasto quello di un tempo, è cresciuta la tecnologia ma poco nel nostro campo dove l’attività è ancora prevalentemente manuale, la lima va tirata a mano, il martello bisogna picchiarlo a mano così come le saldature vanno eseguite a mano, la maggior parte dei processi produttivi per la nostra attività artigiana sono ancora fatti a mano.”
Quando lui e Ivan hanno preso le redini dell’azienda si sono concentrati su clienti che rappresentavano grossi brand come Buccellati e Alessi, facendo in pratica i terzisti per loro. Nel tempo sono cresciuti e si sono concentrati sui negozianti ai quali offrivano i loro prodotti con il brand AR argenteria. All’inizio i negozi erano una settantina tutte gioiellieri, non solo in Italia ma anche all’estero, negli anni 90 servivano quasi 250 cinquanta punti vendita in tutto il mondo, mantenendo comunque l’attività di private label per i grandi brand, anche se in parte diminuita.
Incontro Simone in azienda, fra un lavoro e l’altro mi spiega che la argenteria è diventata una nicchia, i giovani oramai apprezzano l’arte moderna anche nell’argento; l’argenteria classica, quella tradizionale, si è un po’ persa. Non c’è più la cultura di allestire la tavola come un tempo, è rimasta una cosa per pochi. Nella decorazione della tavola l’argento era il protagonista principale, oltre a essere presente con vari oggetti all’interno della casa. Mi riferisco a candelabri, vasi, servizi da caffè, vassoi, tutta la posateria, centri tavola, porta frutta ecc. Poi ci sono gli home interior cioè tutte le parti decorative usati nelle case come i capitelli in bronzo, le lampade. Simone mi racconta che l’argentiere può realizzare qualsiasi cosa con qualunque tipo di metallo, ottone, bronzo, argento, oro, sono tutti materiali che utilizziamo normalmente per costruire gli oggetti e fare le decorazioni, tranne l’acciaio, che viene usato pochissimo. Gli home interior vengono realizzati principalmente con l’ottone che viene chiamato impropriamente silver plate, ma alla fine si tratta di ottone argentato. Gli oggetti da tavola invece sono realizzati in argento, costruiti, decorati cesellati e sbalzati a mano.
Se la domanda è diminuita come avete fatto a resistere?
Con l’argento è possibile costruire qualsiasi cosa, quindi abbiamo cominciato a produrre trofei per alcuni brand e da lì siamo stati contattati da grandi gruppi per realizzare trofei di ogni tipo, sia culturali sia sportivi, per grandi eventi, grandi competizioni, nazionali e internazionali. Per realizzare un trofeo c’è una grande lavoro di ricerca, perché il trofeo è uno solo, è un pezzo unico non esiste una serie e tutti gli sforzi vanno quindi concentrati sul singolo pezzo, che resta l’emblema dell’evento stesso. Non posso rivelarti i nomi, ma basta pensare ai maggiori eventi cinematografici in Italia, alle principali competizioni sportive internazionale di calcio, golf, tennis, vela, tutte ai massimi livelli.
Cosa rappresenta lo stemma che avete nel logo?
Rappresenta la mia famiglia, la famiglia Pedraglio l’ho ereditato da mio zio, ci sono molto affezionato, ci tenevo a mantenerlo, per rispetto non ho nemmeno cambiato il nome infatti AR vuol dire Alberti Roberto argenteria.
Ci spieghi bene la differenza fra argento e argento Sterling?
L’argento può essere di due tipi 800 oppure 925 che rappresentano la durezza del materiale, il 925 oggi è il più usato, è più puro, più brillante più facile da lucidare. L’argento 800 quando si ossida diventa giallo mentre il 925 diventa nero. Se li metti di fronte dopo un processo di ossidazione ti accorgi della differenza. Sterling è una parola che si usa in America per definire comunemente l’argento, noi lo chiamiamo argento puro loro lo chiamano argento sterling.
Come hai deciso di fare questo lavoro?
Ho fatto l’accademia delle belle arti, nel 1980, però mi piaceva lavorare, mi piaceva questo lavoro per cui fin dai 14 anni facevo entrambe le cose. In Accademia la mattina e in azienda al pomeriggio, lo studio alla sera perché in Accademia era necessaria la frequenza. Mi sono subito appassionato, si tratta di un mestiere creativo. È un mestiere artigianale faticoso, richiede passione, è importante creare un gruppo che condivida gli stessi valori perché l’oggetto creato è frutto di un lavoro di squadra.
Che tipo di clientela avete oggi?
Una grande clientela ebraica che si concentra su prodotti specifici di carattere prettamente religioso, forniti in particolari momenti dell’anno, in occasione delle loro ricorrenze. Si tratta di clienti internazionali, molti risiedono negli Stati Uniti dove la comunità ha una forte concentrazione. Poi i clienti esteri che ci commissionano i trofei internazionali e ancora commercianti che hanno negozi un po’ in tutto il mondo, anche se meno di un tempo.
Realizzate solo pezzi su commissione o vendete anche pezzi già realizzati?
No, realizziamo solamente articoli su commissione
Come avviene un ordine? Il cliente vi mostra un disegno?
In genere siamo noi che facciamo proposte cercando di interpretare le esigenze del cliente, parliamo di una necessità per la tavola, ad esempio un candelabro, ecco che ne abbiamo in collezione almeno 35 tipi realizzati nel tempo che possono servire come spunto per realizzarne una nuovo, magari con alcune varianti come i bussolotti porta candela oppure il basamento, o ancora le padelline che sono il sotto portacandela, tutti questi inserti si possono cambiare fino ad ottenere un prodotto personalizzato. Se la richiesta è invece per un prodotto totalmente nuovo, facciamo diverse proposte di disegno fino a quando abbiamo soddisfatto le sue richieste, poi iniziamo la produzione.
Quando e come avete iniziato a essere conosciuti in tutto il mondo?
Io ho viaggiato molto, all’inizio solo in Italia, gestivo un portafoglio di circa 160 negozi come clienti, il livello era alto, quasi tutti, per darti un’idea, erano concessionari Rolex, il passaparola ha aiutato molto e così mi sono spostato in Svizzera, Germania, Francia, Spagna Portogallo, in ogni città di questi paesi facevo un solo negozio dandogli l’esclusiva dei nostri prodotti, questa scelta ha pagato. Ad un certo punto la mia capacità produttiva si è ridotta, gli operai anziani oramai erano andati in pensione e non c’è stato un sufficiente ricambio generazionale, per cui siamo stati costretti a non incrementare, anzi per certi versi a ridurre la nostra clientela. Pensa che oggi lavoriamo su commissione e consegniamo il prodotto non prima di un anno. Prendiamo ordini ma con consegne oltre i 12 mesi.
Mentre lo ascolto, fa da sottofondo un ticchettio di un utensile su un pezzo di argento proveniente dai diversi banchi di lavoro, quindi più utensili che all’unisono emettono una vera musica d’insieme, ma la cosa incredibile è che gli intervalli sono gli stessi nonostante si lavori su oggetti diversi.
Siete specializzati in qualche prodotto in particolare?
Anche se si usano un po’ meno, gli oggetti che compongono la decorazione della tavola restano la mia grande passione. Cerchiamo però di produrre qualsiasi cosa, abbiamo costruito scale realizzate completamente in argento, ho collaborato con un arabo cristiano maronita libanese per dodici anni abbiamo costruito, prendendo spunto dagli acquarelli che lui si faceva fare da un suo disegnatore, intere ambientazioni, un giardino dell’eden grande 2X1m con l’acqua che fluiva completamente in oro con diamanti, altre scale in argento, oro con pietre preziose, siamo usciti un po’ dai canoni classici, scoprendo di poter produrre qualsiasi cosa, ci vuole tempo ma i limiti sono pochi, naturalmente il più grande è rappresentato dal costo.
Il cliente più importante che avete avuto?
Sicuramente Buccellati, con loro abbiamo lavorato per più di 30 anni, abbiamo costruito nel tempo tantissimi oggetti, un ottimo rapporto con il padre e con i figli, è stata una bella storia che ha avuto un epilogo perché il gruppo è stato assorbito da Richmond e da lì sono cambiate le dinamiche. Con loro abbiamo imparato tanto. Ne abbiamo altri molto importanti, ad esempio Fabergè e Alessi per cui produciamo oggetti che poi vengono esposti nelle gallerie d’arte di tutto il mondo, realizziamo progetti per Aldo Rossi, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass molti architetti e designer, oggetti esposti poi nelle grandi gallerie di design.
Il pezzo più costoso che avete realizzato?
Il giardino dell’eden di cui ti parlavo prima, credo di averlo costruito nel 1994/1995, insieme a tutti i nostri ragazzi, senza di loro la cosa non poteva essere realizzata, il pezzo pesava 200kg, su base piana completamente realizzato in oro e impreziosito (casomai ce ne fosse ancora bisogno penso io…) di pietre preziose, ci abbiamo messo più di un anno per realizzarlo. Attenzione io parlo del costo della manifattura, non avrei mai potuto indebitarmi per acquistare le pietre preziose, queste sono state fornite dal cliente. Il prodotto poi è stato rivenduto, dal nostro cliente, come puoi immaginare interessava a Emiri, Sultani ecc…
I giovani oggi si approcciano a questo tipo di artigianalità?
Questa è una cosa che mi rattrista, i giovani oggi hanno altre ambizioni, tutto deve succedere in fretta, poi il nostro è un lavoro abbastanza faticoso, è un lavoro prettamente fisico, manuale, oggi il nostro collaboratore più giovane ha 45 anni. Mi piacerebbe abbassare la media e avere qualche 20-25enne ma non è facile. Cerchiamo di stanarli dalle accademie o da qualche scuola specializzata che però poi si affacciano quasi tutti al mondo dell’oreficeria e della gioielleria, la parola argentiere forse un giorno verrà pure eliminata dal dizionario.
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