Costume
Salvini, il Virus e il Pensiero Magico
Chiese chiuse causa virus. Salvini però vorrebbe riaprire i luoghi di culto. Forza Nuova rincara la dose e invita i credenti a violare la quarantena per andare a messa. Davanti alla malattia – ci dicono – dobbiamo ricordarci che la scienza è limitata. E che, laddove finisce la scienza, deve per forza entrare in gioco il miracolo. La cosa ovviamente ha scatenato reazioni opposte. Qualcuno supporta, qualcun altro s’indigna. Conviene però chiarire cosa, effettivamente, si supporta e per cosa, effettivamente, ci s’ indigna. In questo senso è importante precisare che il modo di ragionare di Salvini e compagni non è necessariamente espressione di un pensiero religioso. La loro è una logica diversa. Una logica di carattere magico.
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In che senso Salvini ‘mago’? Per rispondere occorre maneggiare nozioni come ‘magia’ e ‘religione’ con cautela. Soprattutto perché antropologi e storici hanno decostruito queste categorie. Bisogna anche ricordare però che alcuni di questi studiosi hanno tracciato una differenza tra ‘magico’ e ‘religioso’. E anche se altri rigettano questa differenza, su un fatto sono tutti d’accordo: quando l’essere umano si relaziona al soprannaturale lo fa in modi diversi. Detto questo, è interessante notare come il modo di ragionare di Salvini e Forza Nuova richiami quello che, in passato, alcuni antropologi hanno definito ‘pensiero magico’. Quali sono le caratteristiche di questo modo di pensare? E perché può essere utile distinguerlo da un certo tipo di ‘pensiero religioso’?
In alcune culture la magia segue una logica precisa. Il rito magico è un gesto teso a risolvere un problema o a ristabilire un bilanciamento che si è perso. Il mago sa che ci sono potenze piu grandi di lui. E allora le imbonisce. Qualche volta le seduce. Così che dei e spiriti facilitino la soluzione desiderata. Di contro il pensiero religioso – non in tutti i contesti, ma certamente in alcune teologie monoteiste – si basa sull’idea che il divino operi secondo il bene. E che, se da un lato si deve cercare di risolvere i problemi, dall’altro bisogna relazionarsi a questo sommo bene. Naturalmente anche in questo caso si fanno preghiere, voti e richieste alla divinità. Ma se il miracolo non accade, che si fa? Qui la differenza tra Salvini che vuole riaprire le chiese e il Papa che le tiene chiuse.
Davanti al miracolo mancato il religioso si rivolgerà ad un altro santo. Magari si arrabbierà con Dio. Ma probabilmente incontrerà anche un prete, un rabbino o un imam che gli dirà di avere fiducia in un piano più alto, perché Dio trae il bene non solo dalle soluzioni ma anche dai problemi. Il mago invece continuerà a cercare la soluzione miracolosa in modo più intenso. E questo spesso comporta un sacrificio di energie, di vita o di sangue. Ora, queste sono semplificazioni, dal momento che le modalità di cui sopra si intrecciano in moltissime pratiche religiose. Per di più l’antropologia ha smentito l’idea che religiosi e maghi risolvono i problemi solo a colpi di soprannaturale mentre gli atei lo fanno con la ragione. Tornando a Salvini, però, un aspetto colpisce.
Colpisce che da un lato il capitano chieda un sacrificio magico: che le persone si espongano al contagio andando in chiesa, affinché la divinità fermi la pandemia. E, dall’altro lato, faccia riferimento al Cattolicesimo, in cui la logica del non cercare il miracolo a tutti i costi si traduce, invece, nella chiusura dei luoghi di culto. Proprio quel Cattolicesimo i cui documenti ufficiali indicano che se c’è una malattia prima si ascolta cosa dice il medico e poi si prega per la guarigione. Proprio quel Cattolicesimo i cui teologi specificano che Dio si sacrifica per gli uomini, e non viceversa. Ora, si obietterà che ci sono tanti modi di essere cattolico. E la risposta a questa obiezione cambierà a seconda che la si guardi da un punto di vista sociologico o di fede. L’atteggiamento di Salvini, però, è rivelatorio.
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Innanzitutto perché chi conosce le destre populiste a cui il capitano afferisce sa che queste hanno flirtato sia con il pensiero religioso, che con quello magico e quello scientifico, e studiare il modo di pensare del populismo nostrano ci aiuta a collocarlo. Ma sopratutto perché l’approccio al soprannaturale di Salvini e Forza Nuova mette in luce una loro peculiarità: la capacità di essere volutamente meticci. Un po’ religiosi un po’ magici. Un po’ la chiesa va protetta e un po’ il papa non si ascolta. Un po’ contro i poteri forti e un po’ per il leader forte, e la lista continua. E allora varrebbe la pena che Salviniani e simili si facessero delle domande. Se poi a queste domande dovesse seguire – per connessione neurale, per miracolo o per magia – una risposta onesta, allora ci si accorgerebbe di un altro fatto. Che chi dice tutto il contrario di tutto, di fatto, non dice niente.
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