L’Italia è sempre più cashless

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28 Maggio 2024

“Cappuccio e brioches, grazie”

“Prego, grazie a lei, come paga? Accettiamo contanti, bancomat, carta di credito, no American  Express però, Satispay, buoni pasto, oppure se ha l’app sul telefonino può pagare con Apple Pay, bancomat Pay, Samsung pay, Google pay, perché invece non si scarica l’app del nostro bar così potrà pagare con quella, fare abbonamenti vantaggiosi e ricevere dei premi… ”

Ho esagerato? Non tanto. Bene che le transazioni digitali crescano, ma come sempre siamo maestri nel complicarci la vita per le diffuse (troppe) possibilità dei mezzi che abbiamo a disposizione per effettuarle.

Anche per l’esercente non deve essere semplice, si passa dal negozio attrezzato con numerosi dispositivi Pos, a quello invece che ne possiede solo uno, talvolta spento e con difficoltà di connessione.

I pagamenti cashless continuano a crescere in tutta Italia: nel 2023 le transazioni senza contanti sono aumentate del 35,5%, mentre lo scontrino medio cashless è di 37 euro, in calo dell’8,1% rispetto all’anno precedente, segno di una crescente propensione a pagare con carta anche piccoli importi. Dall’Osservatorio Città Cashless emerge come i pagamenti digitali stiano diventando un’abitudine in tutta Italia. Nel 2023 le transazioni senza contanti sono aumentate in tutte le province italiane, confermando la crescita, non solo nei settori retail, horeca e turismo, ma anche tra artigiani e professionisti.

Resta ancora qualche recidivo alla moneta elettronica, ancora follemente innamorato del contante per il quale prova profonda nostalgia, il frusciare delle banconote, il loro colore, il tintinnio delle monete, suoni soavi, colori riposanti, monete dorate, l’abitudine di contare il danaro nel momento in cui si chiude l’attività, un amore infinito insomma, anche se i costi per gestirlo e soprattutto i rischi aumentano. È vero, si può fare di più per ridurre i costi di installazione, i costi di gestione, le commissioni che portano ancora molti esercenti a considerare svantaggioso ricevere il pagamento con la moneta elettronica. Innegabili però i vantaggi nel favorirne l’uso, infatti pagare gli acquisti con la carta di credito rende i clienti meno consapevoli della spesa, spesso siamo portati a spendere di più di quanto preventivato, compriamo più rapidamente, più facilmente e più spesso.

La comodità è indiscutibile, si potrebbe tranquillamente girare senza contanti in tasca, anche se qualche problema può nascere.

Ho esaurito il credito sul bancomat, meno male che ho Satispay,

-“mi dispiace non lo accettiamo”

-“American Express?”

-“nemmeno”

-“altre carte di credito? ”

-“tutte”

– “bene allora pago con il telefonino”
Attendo, la transazione non va a buon fine, l’esercente mi chiede la carta di credito fisica, meno male che  l’ho con me, gliela porgo. “Prego digiti il pin” Il pin? E chi se lo ricorda, con il telefono non me lo chiedono mai…
Inizio ad armeggiare con lo smartphone alla ricerca di qualche codice nascosto sotto qualche falso numero di telefono (ognuno ha i suoi metodi) ma l’ho nascosto talmente bene che non ricordo nemmeno a quale nome quel numero è riferito. Faccio qualche tentativo, pin errato, ne faccio un altro, pin errato. Al terzo errore la carta si blocca sono fottuto, non mi resta che mettere mano alla “cinquanta euro” debitamente piegata e riposta in un luogo sicuro ma pronta all’uso in caso di emergenza, l’esercente sfodera un sorriso che va da un orecchio all’altro e sussurra “ma non poteva prenderli prima?” Ma vaff…

Foto di copertina di Freepik

 

TAG: Bancomat, cashless, pagamenti
CAT: costumi sociali

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