Clima

Ma è ancora giornalismo, o solo istigazione all’ignoranza?

6 Maggio 2019

Ci risiamo, puntuali come un orologio.
Ogni qual volta un evento meteorologico freddo colpisce il nostro paese, facendo scendere le temperature sotto media stagionale, una vasta massa di “scettici” si sente in dovere di dare libero sfogo alle sue convinzioni urlando al complotto, indicando le nuvole in cielo e gridando: “dov’è adesso il vostro riscaldamento globale?”

Medaglia d’oro come prima pagina più ignorante della giornata (non era facile, credetemi) se l’è aggiudicata, oggi 6 Maggio 2019, il quotidiano Il Tempo.

“Anche il tempo si è rotto di Greta. Effetto Serra? No, invece del riscaldamento ci troviamo a Maggio con un gelo globale.”

Stendiamo un velo sull’insulto a Greta Thunberg, che ormai non sorprende più. Donna, giovane, straniera, intelligente, diversa, coraggiosa, attivista per il clima, già solo questo basterebbe a spiegare come mai ella susciti così tanto odio nel nostro paese (e, badate bene, solo nel nostro paese).

Al fine della verità scientifica, è la seconda frase che fa davvero ghiacciare il sangue nelle vene.

“Gelo globale. A Maggio.”

Dati oggettivi a sostegno di tale affermazione? La risposta è facile.
Provo invece a fornirvene qualcuno io.

La mappa che vedete qui sotto è di semplice lettura: mostra le anomalie termiche a livello del suolo rispetto al periodo 1979-2000, ed è fornita ed aggiornata quotidianamente dal Climate Change Institute dell’Università del Maine.

In altre parole, la mappa confronta la temperatura odierna con quella registrata, nello stesso giorno dell’anno, negli ultimi vent’anni del secolo scorso (quando il pianeta, per inciso, era già ben più caldo del “normale”). Ad una temperatura più bassa della norma corrispondono colori dall’azzurro al blu scuro, a temperature più alte colori dall’arancione al rosso (la legenda è sotto la mappa). La carta qui presente, liberamente consultabile, si riferisce alla giornata di oggi 06/05/2019.

 

 

Guardando in casa nostra, notiamo l’attuale presenza di temperature sotto media su gran parte dell’Europa (nemmeno così marcate) ma notiamo anche che, nel resto del mondo, la situazione è tutt’altro che “fredda”.

L’emisfero Nord è a +0,9 di media, quello Sud a +0,4, il Polo Sud viaggia a +0,5 e l’Artico, come sempre, soffoca con +3.1 gradi sopra la norma. La Groenlandia, seconda riserva di acqua dolce del pianeta, è letterlmente in forno con le patate.

Risultato? L’anomalia generale è oggi a +0,6 gradi. Del “gelo globale” urlato in prima pagina da Il Tempo neppure l’ombra.

Eppure, alla sagra della sciocchezza, non si va mai da soli.

Libero, che raramente si fa scappare l’opportunità di scrivere baggianate, non poteva certo esimersi dal titolare oggi: “Riscaldamento del pianeta? Ma se fa freddo!”
E poi, nel sottotitolo: “il termometro smentisce i gretini nostrani”.

Anche qui, seppure tendiamo ad essere particolarmente indulgenti con tale testata quando si parla di scienza, viene da chiedersi come sia possibile affidare in buona fede un pezzo da prima pagina sull’argomento a qualcuno che ignora persino la basilare differenza tra tempo meteorologico e clima.

La presente ondata di maltempo e di freddo altro non è che frutto dello sgretolamento del Vortice Polare (un fenomeno conosciuto come Final Warming), le cui ultime propaggini fredde, in questo suo atto finale, vagano erranti a latitudini insolite, dove finiscono poi per esaurire il loro potenziale e cedere definitivamente il passo all’estate. Un fenomeno che quest’anno si è presentato in forma piuttosto intensa dalle nostre parti, ma che non ha nulla di sorprendente, come mostra anche la mappa che abbiamo analizzato. Un evento locale, in ultima analisi, che non altera in alcun modo un contesto di riscaldamento globale spinto.

Eppure, la campagna diffamatoria nei confronti di Greta Thunberg e delle sue battaglie prosegue, così come l’istigazione all’ignoranza, la malafede di chi vuole che nulla cambi, l’abitudine a divulgare impunemente idiozie e ad autodefinirsi per questo giornalista indipendente.

Ma gli insulti, proprio come i titoli ignoranti, qualificano chi li fa, non chi li riceve. E quel “gretini” non colpisce noi che lottiamo per il clima, bensì chi lo pensa, chi lo scrive, chi lo urla, e chi ha deciso così tristemente di dedicare la sua vita ed il suo tempo a scrivere baggianate.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.