Clima

Luci ed ombre alla COP24 nella giornata internazionale dei diritti umani

11 Dicembre 2018

di Chiara Soletti

Nella giornata del 70esimo anniversario della proclamazione della Dichiarazione dei Diritti Umani, inizia a Katowice, Polonia, la seconda settimana dei negoziati delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP24). In questo momento i negoziatori stanno lavorando per definire il Paris Rulebook, ovvero il sistema di regole che indicherà alle parti contraenti dell’Accordo di Parigi, come e in che tempi strutturare la loro azioni per limitare le conseguenze del cambiamento climatico e mantenere l’aumento della temperatura media globale del pianeta entro 1.5 gradi.

In questo processo e’ particolarmente attiva la societa’ civile, ovvero tutti quei gruppi di interesse non legati a dei governi o a delle aziende private. Attivisti, avvocati, giovani, sindacalisti, rappresentanti religiosi, specialisti, difensori dei diritti umani e rappresentanti delle comunità locali ed indigene (coordinati nel Gruppo di lavoro sui diritti umani – Human Rights Working Group), si stanno adoperando perché i negoziatori includano nel Paris Rulebook una serie di principi legati ai diritti umani che garantiscano l’efficacia dell’azione climatica.

Nonostante la stragrande maggioranza della comunità internazionale riconosca come i cambiamenti climatici provochino diffuse violazioni dei diritti delle persone, la resistenza dei negoziatori di alcuni stati nell’includere tali principi in ambito climatico e ambientale sembra ancora molto forte.

Durante la prima settimana di negoziati la maggior parte dei riferimenti ai diritti umani presenti nel Rulebook sono stati eliminati per essere in alcuni casi poi reintegrati, in forma limitata o molto generica. Al momento si possono trovare riferimenti ai diritti umani nelle previsioni per i Contributi Nazionali Volontari (APA3 – NDCs), nelle misure di adattamento e comunicazione (APA4 – adaptation and communication), nel quadro sulla trasparenza (APA5 – transparency framework) e quello sulle modalità di rispetto procedurale (APA7 – compliance promotion), assenti invece nel processo di revisione degli impegni dell’accordo (APA 6 – Global Stocktake). I riferimenti “superstiti” sono principalmente sui diritti delle donne e la parità di genere, diritti delle popolazioni indigene, e la partecipazione pubblica in ambito climatico, persi invece i riferimenti all’equità intergenerazionale, all’equa transizione e ai diritti umani in generale. Degno di nota anche il fatto che la maggioranza di questi principi sia tra parentesi, quindi non definitivamente integrati nel testo in quanto non si e’ raggiunto un accordo sulla loro inclusione, e non è chiaro quando verranno rivisti.

Ad aggiungere un’ombra su questa sessione negoziale è  la notizia di 13 membri della società civile, già accreditati presso il Segretariato per partecipare alla COP24, a cui è stato negato l’accesso nel paese. Alla richiesta di spiegazioni è  stato replicato che è stata semplicemente applicata la normativa di Schengen sulle potenziali minacce terroriste, la base per ritenere tale normativa necessaria rimane incerta dato che i soggetti coinvolti risultano incensurati. “La repressione della voce dei difensori dell’ambiente è purtroppo un fenomeno internazionale che crea forti preoccupazioni sulla difesa dei diritti umani e la realizzazione delle giustizia climatica, elementi di vitale importanza nel contrasto alle conseguenze del cambiamento climatico” ha dichiarato Florian Carl, uno degli attivisti del Climate Action Network fermati al suo arrivo in Polonia. L’episodio ha scatenato le preoccupazioni anche in sede negoziale, dove si teme che venga minata la fiducia tra paesi con ripercussioni sui negoziati in corso.

Nonostante questi segnali negativi alla fine della giornata internazionale sui diritti umani finalmente arrivano delle buone notizie: i lavori per l’implementazione del Gender Action Plan procedono spediti e la piattaforma delle popolazioni indigene e’ stata finalmente resa operativa. Due risultati impensabili fino a pochi anni fa e una luce incoraggiante nella grigia capitale del carbone polacca.

La determinazione della società rimane intatta e nei corridoi e nelle stanze negoziali si continua incessantemente a parlare con i negoziatori, organizzare eventi ed incontri, lavorando senza sosta fino a tardi, perché la seconda settimana della COP24 è appena cominciata e non c’è tempo da perdere.

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