Venezia

Voto in Veneto: non dimenticate l’oscenità del MOSE

18 Gennaio 2015

È stata ribattezzata “La Retata Storica”. Il 4 giugno 2014 il Veneto, e più in specifico la città di Venezia, sono stati feriti a morte con l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza che, nell’ambito del malaffare legato ai lavori sul MOSE (le dighe mobili che – si dice – una volta messe in funzione serviranno a tenere sotto controllo l’acqua alta a Venezia), ha ammanettato ben 34 persone, tra cui l’ex Governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan, l’ex assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso e l’allora sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.

Uno sfregio che da queste parti è più vivo che mai, ormai a distanza di parecchi mesi. Eppure non tutti la vivono allo stesso modo. Ci sono due figure, in particolare, che paiono ignifughi al fuoco sollevato dall’onta delle tangenti venete. Sto parlando dell’attuale Governatore del Veneto Luca Zaia e della candidata Pd alle prossime elezioni regionali (che si terranno a maggio) Alessandra Moretti. Il leghista e la “lady like” piddina, infatti, non accennano minimamente alla questione MOSE. Certo, entrambi a più riprese hanno condannato quel malaffare, ripudiando la politica della corruzione e delle bustarelle. Eppure dai due candidati governatori del Veneto ci si aspetterebbe qualcosa di più.

Condannare ciò che è successo è, in un mondo civile, il minimo sindacale. Un candidato governatore, invece, dovrebbe approfondire il tema, esplicare le carte, parlarne ai cittadini e tentare di indicare una via di fuga; una soluzione a ciò che da queste parti sta diventando un “modus operandi” senza più freni (le carte del caso MOSE parlano da sole!)

Ma più in generale mi aspetterei – e mi auguro che Moretti e Zaia lo facciano da qui al giorno delle elezioni regionali – che i due candidati spiegassero cosa significa “mafia” nel Veneto, ne delineassero i contorni, dicessero anzitutto ai veneti una cosa semplice e drammatica allo stesso tempo: la mafia è anche qui, e fa affari da Verona a Belluno, passando per Padova e Treviso.

Ecco, mi piacerebbe che Zaia e Moretti partissero dal caso MOSE per estendere il discorso al tema vero (e fondamentale per la ripartenza o la non-ripartenza del Veneto nel prossimo futuro): in Regione il bubbone mafioso sta ormai scoppiando e noi dobbiamo esserne consapevoli e combatterlo prima che si faccia piaga.

@giulio_serra

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