Teatro
Venezia, arrivano i “Biennale days” e le Muse inquiete
La Biennale riparte dai giovani. Dalla musica, dalla danza. Riparte dal teatro. Tre giorni di performance con i giovani del Biennale College, dal 26 al 28 agosto nei giardini all’aperto dei Giardini della Biennale, in uno scambio dialogico tra momenti coreografici, dj set e improvvisazioni. Un momento simbolico voluto dai tre direttori delle arti dal vivo, Marie Chouinard per la danza, Ivan Fedele, musica e Antonio Latella, teatro come auguralke inizio delle manifestazioni che, una dietro l’altra, si susseguiranno sino al prossimo 25 ottobre. Quelli che sono stati ribattezzati come “Biennale Days” prendono il via con un “Elogio della dimenticanza” diretto da Latella che cita Bertolt Brecht come genio ispiratore per evidenziare il rapporto fondamentale che si instaura tra maestro e allievo. Ed è proprio da alcuni versi del grande drammaturgo tedesco che nasce l’ispirazione per una insolita giornata teatrale. Scrive Brecht : “Buona cosa è la dimenticanza! / Altrimenti come farebbe / il figlio ad allontanarsi dalla madre che lo ha allattato? / Che gli ha dato la forza delle membra / e lo trattiene per metterle alla prova? / Oppure come farebbe l’allievo ad abbandonare il maestro / che gli ha dato il sapere? / Quando il sapere è dato / l’allievo deve mettersi in cammino… /La fragilità della memoria / dà forza agli uomini”. Ed è qui il cuore di una unica e lunga improvvisazione a contatto diretto con il pubblico _ dalle 10 alle 20 di sera _ che vedrà agire lo stesso regista Latella assieme a sette attori di differenti fasce d’età: Giovanni Franzoni, Caterina Carpio, Emiliano Masala, Alessandro Bandini, Giulia Mazzarino, Mariasilvia Greco, Barbara Mattavelli. Un solo, unico movimento in cui Latella dirigerà un gioco scenico senza soluzione di continuità ispirato da idee e materiali _ dai versi alle immagini, ispirati da quello che sarà il tema di questo anno della rassegna teatrale veneziana: e cioè il tema della censura.
Sei diversi luoghi di spettacolo per altrettanti soli di danza sono i momenti danzati pensati dalla coreografa Marie Chouinard, responsabile del settore Danza della Biennale, per “In Museum” in cartellone il 27 e 28 dalle 17 alle 19. Creata e interpretata in origine dalla stessa artista canadese vedrà in questo caso come protagonisti dodici danzatori selezionati per il College, tra i 18 e i 25 anni che dal 20 luglio stanno lavorando sotto la direzione di Valeria Galluccio (componente della compagnia di Chouinard). In questa azione danzata uno spettatore per volta “è invitato ad entrare in uno spazio designato e a condividere discretamente una speranza, o un desiderio con il danzatore”. Nell’opera “In Museum” viene generato un rapporto di scambio tra i due così che, secondo l’ideatrice, tra un incontro e l’altro “il danzatore si ritaglia il tempo della messa a fuoco per poter restituire forma all’invisibile. La performance ricorda la profetessa di Delfi, la Pizia, che consegnava le sue profezie in trance e in un linguaggio di cui solo i sacerdoti del tempio conoscevano l’alfabeto. Le sue divinazioni restano un mistero, ma l’iscrizione all’ingresso del tempio non ha perso la sua verità: “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei”. Protagonisti de “In Museum” sono: Styliana Apostolou, Magda Argyridou, Giulia Cannas, Sandy Ceesay, Gaia De Martino, Toni Flego, Silvia Galletti, Thalia Livingstone, Alice Ortona Coles, Elisa Ruffato, Damiano Scavo, Luca Tomasoni.
Sono invece notturne le prove offerte il 27 e 28 agosto (dalle ore 21 alle 24) per la performance ideata da Ivan Fedele, direttore del settore musicale della Biennale: “Aural Exciters”, termine utilizzato nel campo delle registrazioni audio che qui vuole richiamare la manipolazione musicale. Cioè quell’artigianato umano che solo può “imprimere quello scarto o quella sollecitazione che trasformano il paesaggio sonoro che accompagna e invade le nostre vite in pensiero musicale, sottraendolo alla casualità, all’abitudine, alla quotidianità”. Ecco quindi dei dj set curato dai ragazzi selezionato dal workshop per giovani dj che guidati da Cristiano Spiller e Guglielmo Bottin hanno studiato le tecniche del dj mixing, le funzioni del mixer etc… Suoni all’aria aperta e rivisitazione concettuale di diversi momenti della dance culture con Giovanni Coppola, Klaudio Leon Mati e Giulio Villano ribattezzati novelli “Aural Exciters”.
Le tappe di avvicinamento al vero e proprio momento festivaliero della Biennale (dal 2 al 12 settembre si terrà la 77 Mostra del Cinema, dal 14 al 25 settembre la Biennale Teatro, dal 25 al 4 ottobre, la Musica Contemporanea e infine dal 13 al 25 ottobre il quattordicesimo festival della Danza contemporanea) proseguiranno il giorno dopo i “Biennale Days” con l’inaugurazione, al Padiglione Centrale dei Giardini della mostra “Le Muse inquiete. La Biennale di fronte alla storia”. L’esposizione, realizzata dall’Archivio Storico della Biennale stessa, in collaborazione con l’Istituto Luce e Rai Teche e curata dai direttori di tutti i settori artistici (Arte, Architettura, Cinema, Danza, Musica e Teatro), a 125 anni dalla fondazione intende ripercorrere i momenti in cui la Storia si è intrecciata a Venezia con le vicende della Biennale. A questo scopo i diversi responsabili dei settori della Biennale hanno attinto anche agli archivi della Galleria Nazionale Arte Moderna di Roma,Tate Modern London,Peggy Guggenheim Collection, Fondazione Ugo e Olga Levi,Archivio Ugo Mulas,Aamod-Fondazione archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico,Archivio Cameraphoto Arte Venezia, Fondazione Modena Arti Visive, IVESER Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della società contemporanea, Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
L’esposizione “Le muse inquiete” _ che si avvale anche di materiali e filmati rari _ seguirà questo itinerario: dagli anni del Fascismo (1928-1945) alla guerra fredda e ai nuovi ordini mondiali (1948-1964), dal 68 alle Biennali curate da Carlo Ripa di Meana (1974-78), dal Postmoderno alla prima Biennale di Architettura fino agli anni Novanta e l’inizio della globalizzazione. Nella mostra “Le muse inquiete” questo tipo di ricerca ha permesso di individuare diversi percorsi di ricerc. Alcuni di questi si soffermano su quei momenti in cui il passato dell’Istituzione veneziana si è intersecato agli eventi della storia globale. Momenti anche di fratture forti istituzionali, come quelle legate alle contestazioni culturali e politiche degli anni Settanta, ma anche coincidenti con la nascita di nuovi linguaggi creativi. Con questa esposizione curata direttamente dai direttori di ogni settore artistico e creativo , la Biennale non solo si conferma come un luogo di ricerca e produzione ma anche osservatorio privilegiato dei mutamenti antropologici e sociali deli nostri tempi registrandone i cambiamenti,
Non c’è invece alcun bisogno invece di viaggiare e spingersi sino in laguna per poter visitare un’altra interessante esposizione, quello dedicato alle “Registe alla Biennale _ Biennale Teatro 1934-2016” appuntamento delle Mostre virtuali dell’Archivio Storico visitabile sul sito web www.labiennale.org. L’esposizione aperta dal 3 giugno è ancora visitabile ed è un interessante excursus sul teatro al femminile approdato a Venezia. A curarla è stato lo stesso direttore artistico del settore teatrale Antonio Latella che ha selezionato locandine, inmagini e manifesti delle passate edizioni del festival teatrale. Si va così dalla celebre Edwige Feuillière interprete e regista di una celebre messinscena della “Madama alle Camelie” alla iconica Judith Malina che con Julian Beck aveva fondato negli anni Sessanta il Living Theatre approdando negli anni Settanta in Italia. Ancora: la grande Arianne Mnouchkine fondatrice del Thèatre du Soleil che stabilirà il suo quartiere generale nel teatro della Cartoucherìe nella banlieu parigina alle intellettuali Dacia Maraini e Annabella Cerliani tra le fondatrici della associazione La Maddalena Teatro e della rivista “Effe”.
E ancora nel periodo tra gli anni Settanta e Ottanta l’arrivo come le sue straordinarie sperimentazioni multidisciplinari Meredith Monk e Marguerite Duras all’epoca autrice e regista di “Savannah Bay”, presentato nella struttura ad Arca di Noè che Renzo Piano aveva ideato nella Chiesa di San Lorenzo per Nono, interpreti due grandi attrici come Madeleine Renaud e Bulle Ogier. La straordinaria regina del teatro danza Pina Bausch che a Venezia, invitata da Franco Quadri presentò una importante antologia delle sue opere. Un settore di certo non meno importante nelle vicende della storia della Biennale è quella del teatro ragazzi e del teatro di figura. Qui hanno portato la loro testimonianza artisti come Catherine Dasté, erede della tradizione di Jacques Copeau, Marise Flach, grandissima pedagoga oltre che artista, formata alla scuola di Etienne Decroux, la polacca Leokadia Serafinowicz e le sue marionette; le fiabe di Mara Baronti e l’animazione di Loredana Perissinotto. Poi, infine, a completare questa singolare e unica esposizione c’è il nostro tempo e le tante artiste che hanno scritto e stanno scrivendo la storia del teatro contemporaneo. Attrici e registe di valore come la romana Alessandra Vanzi (una dei fondatori de La Gaia Scienza), Daniela Nicolò dei Motus, Valeria Raimondi dei Babilonia Teatri e, naturalmente, la siciliana Emma Dante.
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