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InspiringPR 2016: l’ispirazione sbarca a Venezia

28 Giugno 2016

È ormai giunto alla terza edizione l’evento “Inspiring PR” organizzato sabato 25 giugno a Venezia da Ferpi, la Federazione Italiana Relazioni Pubbliche. Un appuntamento irrinunciabile per la multiforme comunità dei comunicatori italiani, ospitato nella splendida cornice della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. A tenere la fila della successione di interventi era stato, l’anno scorso, il tema dell’ascolto. L’edizione 2016 si è svolta invece all’insegna del dialogo, in una sala gremita in cui rimbalzavano ancora i commenti sull’appena annunciata intenzione del Regno Unito di abbandonare la casa comune europea. Tema quanto mai attuale dunque, in una realtà internazionale sottoposta alle scosse telluriche della frustrazione, delle aspettative deluse, della paura del diverso e del desiderio di “fare da sé”. Un’epoca, la nostra, in cui le “magnifiche sorti e progressive” associate all’avvento della globalizzazione e alla digitalizzazione delle interazioni umane vengono messe in discussione da tensioni involutive e dall’annaspare di larghi strati della popolazione in un contesto che appare troppo fluido e denso di incognite. Venezia, seppur levigata dal tempo e resa ormai oasi atemporale riservata ai grandi flussi turistici, mantiene però quella vibrazione di fondo che la rende a tutti gli effetti location ideale per un evento dedicato alla comunicazione: la temerarietà e la spavalderia di un popolo che, sospeso tra terra e mare, non esitò a spingersi fino ai confini del mondo conosciuto.

 

Anestetizzare lo shock dovuto ai primi scricchiolii di un’Unione Europea data troppe volte per scontata. Guardare in faccia la crudezza della realtà moderna e sfidare sé stessi per ritrovare la capacità di aprirsi all’altro. Comprendere le dinamiche che regolano la comunicazione nell’era dei social media, senza per questo perdere il contatto con il territorio e le comunità che ci circondano. Sono queste alcune delle sfide al centro degli interventi dei quattordici relatori. Una rapida successione di provocazioni e stimoli, in grado di catapultare gli ascoltatori dalle rive dell’Adriatico al Medio Oriente, dal racconto ispirato del passato della Serenissima alla tragedia umanitaria dell’isola di Lesbo. Filo conduttore: l’ostinata e insopprimibile tendenza a dialogare con l’Altro, a creare reti di connessione, a lanciare messaggi che racchiudono aspettative sulle modalità con i quali verranno ricevuti. Regole auree per chiunque ambisca al titolo di professionista della comunicazione.

 

Esordio che profuma di Bosforo con Alberto Toso Fei, scrittore e giornalista cultore di storia della Serenissima. A riprendere vita nello scrigno della Scuola Grande è l’epopea della veneziana che compì l’impresa di diventare sultana dell’Impero Ottomano e che si spese, instancabile, per il dialogo tra due realtà culturali e politiche votate alla reciproca distruzione. Al racconto dell’avventura di Nurbanu è seguita l’analisi della sfida diplomatica connessa a una dimensione allora inimmaginabile: quella dei social media. Compito di Antonio Deruda, esperto di diplomazia digitale, guidare il pubblico sul sentiero dei cinguettii che costruiscono relazioni internazionali. Dal retweet di un account statunitense da parte del leader iraniano Rohani al tweet entusiasta di Obama poco prima di atterrare a Cuba, appare evidente, sostiene Deruda, che la diplomazia del Terzo Millennio avviene anche attraverso un account sui social media. Al dialogo tra nazioni segue l’invito al dialogo all’interno di un’organizzazione, promuovendo l’innovazione e la capacità di muoversi come esploratori. È questo il messaggio che Giovanna Tinunin, specialista di benessere organizzativo, lascia al pubblico. Provocatorio Daniele Chieffi, responsabile Digital PR di Eni, che mette in guardia il buon comunicatore dalla sindrome del “piazzista di parole”. Non basta confezionare messaggi efficaci, sostiene Chieffi, ma è indispensabile tenere a mente il contesto nel quale essi verranno recepiti e rielaborati. L’ascolto della rete e la conoscenza dei dati sono strumenti fondamentali per lasciarsi alle spalle un improduttivo approccio top-down e aprirsi a nuove competenze, che permettono di inquadrare l’ecosistema sociale e digitale. Di conoscenza della dimensione territoriale nella quale la comunicazione è inserita ha parlato invece Mitjia Gialuz, anima della Barcolana di Trieste. Qualcosa di più di una semplice regata: un momento fondativo che celebra il rapporto fra la città e il suo mare. Esigenza di dialogo costante con il territorio che costituisce la base dell’attività di comunicatore di Luca Primavera (Zambon Group). Ogni attività di CSR, afferma Primavera, non può essere calata dall’alto come una concessione alla comunità locale, ma va costruita attentamente sulla base degli input provenienti dal territorio stesso. La necessità di abbattere le barriere che impediscono il dialogo è stata al centro dell’intervento del giovane ricercatore Nicholas Caporusso, che ha scatenato applausi a scena aperta. L’inventore di un guanto che permette ai sordo ciechi di comunicare agevolmente (DbGlove) ha dimostrato come la tecnologia e le idee siano in grado di cambiare il mondo che ci circonda. Di emozioni e coltivazione del valore ha parlato anche Mariacristina Gribaudi, imprenditrice e presidente dei Musei Civici della città lagunare. A un toccante messaggio per l’unità dell’Europa è seguita una presa di posizione forte e ispirata sul legame inscindibile tra cultura e “fabbrica” e sull’intelligente coltivazione dei talenti che in essa si sviluppano. Del valore dirompente dell’esperienza ha parlato invece Bruno Bertero, direttore marketing dell’Agenzia Turistica del Friuli Venezia Giulia. Un territorio vivo che non è solo destinazione inerte di anonimi visitatori, ma è dimensione dinamica in grado di rilanciare feedback costruttivi e di costituire la cornice ideale in cui vivere l’esperienza a tutto tondo del viaggio. Il dialogo è tornato prepotentemente al centro nell’intervento di Paolo Volpe, formatore e human interior designer. Un leitmotiv che ha attraversato i successivi speech di Vera Gheno (linguista e poliglotta che gestisce il formidabile account Twitter dell’Accademia della Crusca), Daniele Bellasio (caporedattore del Sole 24 Ore in prima linea per vincere la sfida dell’informazione contemporanea) e Carmen Sergi, blogger di Save the Children e divulgatrice di umanità in un contesto sfidante come quello dell’isola di Lesbo. Una ferita aperta in un continente incapace di dare risposta a coloro che, prima ancora di essere migranti, sono persone da strappare all’inferno dell’indifferenza e della mancanza di alternative. A chiudere la sequenza Bruno Mastroianni, responsabile ufficio stampa dell’Opus Dei. A lui il compito di interpretare la dirompenza del messaggio lanciato al mondo dalla disarmante semplicità di papa Francesco, pontefice in grado di abbattere le barriere mettendo al centro della scena gli interrogativi e i limiti di ognuno di noi.

 

Se ho atteso qualche giorno per mettere nero su bianco questo sintetico resoconto è per sperimentare la capacità dell’ispirazione di trasformarsi, da scintilla momentanea, in provocazione intellettuale che si sedimenta e germoglia. Come ha giustamente sottolineato la presidente di Ferpi Patrizia Rutigliano nel suo intervento iniziale, andare oltre il punto di partenza richiede innanzitutto visione. Una visione da mettere insieme anche sulla base di queste interpretazioni della realtà incentrate sul valore della comunicazione e sull’evoluzione della professione, che Inspiring PR ha raccolto e accostato magistralmente. Obiettivo: fare in modo che l’ispirazione innescata a Venezia diventi presto azione e visione.

 

PS. Un grazie speciale a Lisa Scudeler, infaticabile ispiratrice, a cui devo la visione e la molla creativa che mi guidano nel mio lavoro quotidiano

 

 

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