Ambiente

Come sta il PD veneziano dopo lo scandalo MOSE? Ha la febbre molto alta

16 Febbraio 2015

Ancora poche settimane e conosceremo finalmente il futuro del Partito Democratico veneziano dopo lo scandalo MOSE. A metà marzo arriveranno finalmente le primarie per decretare il candidato a sindaco del centrosinistra dopo i guai dell’ex primo cittadino Giorgio Orsoni (invischiato nell’inchiesta MOSE). La sfida è tra il senatore Felice Casson, l’ex consigliere comunale renziano Jacopo Molina, l’ex esponente di Rifondazione Sebastiano Bonzio e Nicola Pellicani, giornalista ed ex presidente della Save, la società che gestisce l’aeroporto Marco Polo.

Favoriti, su tutti, Casson e Pellicani ma il problema, oggi, nel PD veneziano non riguarda tanto il nome del vincitore delle primarie quanto la melma su cui si è piantato dopo lo scandalo MOSE e i coinvolgimenti nell’inchiesta dell’ex portavoce di Bersani, Davide Zoggia, e di Michele Mognato.

Una patata bollente, questa, che rischia di mandare all’aria l’obiettivo principale: la (ri)conquista di Venezia. A conti fatti, tuttavia, va detto che dall’altra parte della staccionata non è che la situazione sia migliore; per alcune settimane, per esempio, si è fatto il nome di Mara Venier come probabile candidata di Forza Italia (per dire…)

Ma attenzione, la prima grana per un eventuale Casson sindaco potrebbe capitare fin da subito, praticamente dal giorno del suo insediamento in laguna. L’ex sindaco Paolo Costa, infatti, oggi presidente dell’autorità portuale, ha tra le mani il progetto più importante dopo quello delle paratoie mobili detto MOSE. Si tratta del porto offshore del valore di 2,13 miliardi di euro che dovrebbe nascere sulle acque a 8 miglia da Chioggia con una diga foranea lunga più di 4 km, utile per accogliere navi portacontainer e il terminal energetico che serve per spostare dalla laguna le petroliere.

Soldi, tanti soldi, che secondo Costa servirebbero a risolvere i problemi di tipo ambientale e favorirebbero l’economia del Nordest. Il Partito Democratico rimane molto dubbioso sulla cosa, soprattutto dopo la scottatura MOSE. Ma intanto Costa e i suoi vanno avanti a richiedere finanziamenti a destra e a manca, compresa l’Unione Europea.

Insomma, il PD veneziano ha la febbre molto alta non solo per il caos primarie ma anche e soprattutto perché un eventuale nuovo scandalo MOSE2 farebbe letteralmente saltare in aria l’intero partito.

@giulio_serra

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