Urbanistica
Bob Venturi e Denis Scott Brown: i loro libri, l’architettura più riuscita
Nei giorni scorsi non ho trovato il tempo di commentare la scomparsa di Bob Venturi. Una figura indissolubilmente legato alla moglie Denis Scott Brown, ragione per cui voglio metterli nuovamente assieme in questo breve pensiero.
Una figura molto controversa, detestata da una certa critica, venerata da altri, ma intellettualmente indiscutibilmente molto onesta, curiosa e capace di esplorare campi assolutamente nuovi, che al netto degli esiti formali, ha aggiunto quanti di ricerca molto interessanti e capaci di stimolare diverse generazioni.
Complexity and Contradictions e Learning from Las Vegas sono due libri di cui la storia dell’architettura non si libererà più e direi che non è affatto poco.
Il loro aver cercato di dare una figurazione alle loro “scoperte” mi ha sempre lasciato dei dubbi e, come lo dissi a loro in un incontro, non vedo perché dovrei cambiare idea ora che andrà di moda farne esegesi mirabolanti.
Il come sia avvenuta poi tale figurazione lo trovo poi personalmente esteticamente terrificante, e proprio per il suo essere mostruosa ha avuto successo planetario, sdoganando ogni peggio possibile, molto oltre il divertimento pop e il “giocoso” che loro, da brave persone colte e raffinate, riuscivano ad ammantare di una certa ironia, ma che i moltissimi seguaci hanno tramutato in barzellette di pessimo gusto da film di serie D.
Resta che i loro libri vanno letti, ci sono cose davvero importanti dentro, e averli considerati robaccia è stato un grosso errore della critica nostrana. Grosso errore, dato da ragioni profonde, anche nobili, ma che mostrano ancora oggi il solco che impedisce di avere una critica serena del pop e della postmodernità che ha ripercussioni gravissime sulla nostra cultura e direi anche economia attuale.
Analogamente a questo errore di (s)valutazione, credo oggi lo sia sdoganare tutto all’incontrario dando per scontato che se si conosce il mostruoso è davvero lecito praticarlo e se si è sufficientemente intelligenti e ironici si possa davvero essere convinti nel dire che Bombolo sia il maggior attore del secolo.
Detto questo aveva una età per cui credo sia più normale che la morte succeda e immaginarli di nuovo assieme mi pare un pensiero tenero anche per un non credente.
La prenderei soprattutto come piccola occasione per ricordare delle persone che hanno fatto epoca e, nelle miserie personali, anche per ricordare due persone che le poche volte che ci siamo incontrati hanno sempre saputo essere di una gentilezza e piacevolezza davvero rara.
Un ricordo mi piace condividerlo per un piccolo saluto, ero con loro in studio a Philadelphia ad un meraviglioso Thanksgiven (si sta così bene qui in ufficio quando non c’è nessuno, venga, sarà un piacere… io ero studente, loro tra i più celebri del mondo, lui già vincitore del Pritzker… per dare una dimensione della cosa ai non addetti ai lavori sarebbe tipo Marlon Brando che ti invita a pranzo il giorno di Natale la prima volta che lo chiami imbarazzato al telefono per chiedere un’intervista per il giornale della scuola) in cui alla fine chiamandomi un taxi mi disse: non ricordavo il suo cognome così ho detto Venturi, spero che non si offenda, potrà essere me per questo viaggio se la cosa la diverte.
Mi ha divertito e mi diverte ancora oggi, che la terra ti sia lieve.
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