Letteratura

Torna il Salone del Libro di Torino e racconta “Il gioco del mondo” di oggi

24 Aprile 2019

Ha una storia lunga trentadue anni, nata da un’idea di due torinesi, il libraio Angelo Pezzana e l’imprenditore Guido Accornero. È il Salone Internazionale del Libro di Torino: a inaugurarlo fu il poeta russo Josif Brodskij, premio Nobel 1987; a dirigerlo oggi è lo scrittore Nicola Lagioia. E sotto la guida di Lagioia, si svolgerà la 32esima edizione del Salone, dal 9 al 13 maggio, nei padiglioni del Lingotto Fiere.

Il Salone è la più grande libreria italiana del mondo e la più grande fiera editoriale della area culturale del Mediterraneo. Una vetrina dove gli editori piccoli e medi hanno la stessa visibilità dei grandi marchi e dove anche l’editoria locale può farsi conoscere oltre i confini del proprio territorio. Un immenso scaffale nel quale il grande pubblico può incontrare il libro in tutte le sue forme. I titoli più belli e curiosi, i volumi introvabili e le ultime novità, e-book, audiolibri, fumetti, multimedia.

La cultura non contempla frontiere o linee divisorie, la cultura i confini li salta. Supera divisioni, frantuma muri. Per creare. Come fa il lettore del “contro-romanzo” di Julio Cortázar, grande maestro del Novecento, libro sconfinato e invito alla ribellione, alla fuga e all’avventura, perché costruito in modo che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da leggere oppure scartare. È Il gioco del mondo, una delle opere più felici e influenti degli ultimi cinquant’anni, titolo e tema scelti per questa 32° edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.

Julio Cortázar ha fatto della mescolanza di culture la propria forza: nato in Belgio da genitori argentini, girò l’Europa per poi trasferirsi in Argentina all’età di 5 anni. Nel 1951 andò a Parigi dove rimase fino agli ultimi giorni. Vissuti, idee, storie che si intrecciano e rendono questo scrittore uno dei migliori nel mettere in pratica una capacità che è un dono, quello della creazione fantastica. Julio Cortázar fu (ed è tuttora) un ponte tra due continenti e tra diverse culture, per questo è lui a guidare i cinque giorni del Salone, a orientare pensieri e riflessioni. Per questo è lui a lanciare il sassolino immaginario, quello che nel gioco della campana, Rayuela in spagnolo, titolo originale dell’opera, serve a compiere il balzo, a superare il confine, per accorgersi, giocando, che quel limite è evanescente e labile perché disegnato solo con il gesso.

Il manifesto dell’edizione di quest’anno è dell’artista italiana MP5. Che abbia un bambino come protagonista non è un caso. Il Salone – con il suo Bookstock Village– è infatti  il luogo in cui si stringe, anno dopo anno, un’alleanza con le nuove generazioni, coinvolte in una fiera così importante a livello culturale e sociale.

I cinque giorni del Salone serviranno per raccontare proprio Il gioco del mondo, ovvero (come sottolineato dagli organizzatori) ibridazioni e identità, felicità e crisi, logiche e irrazionalità, evoluzioni e battute d’arresto. L’occasione ci darà modo di riflettere sul mondo contemporaneo con le sue tensioni, controversie e speranze, attraverso la pluralità delle voci e visioni di scrittori, scienziati, giornalisti, artisti, registi ospiti della fiera.

Le Marche, depositarie di un ricco patrimonio culturale, sono la Regione ospite del Salone di quest’anno. Impegnata nel promuovere la cultura del libro e della lettura, ha fatto di questa un fattore di progresso civile e morale, ma anche di sviluppo e rinascita dopo il sisma del 2016/2017. Lo Spazio Marche, nel Padiglione 1, ospiterà incontri con autori ed editori marchigiani, poeti e intellettuali come Alberto Folin, padre Alberto Maggi, Luca Mercalli, Mohamed Razane, Filippo La Porta, Franco D’Intino, Stefano Petrocchi, Paolo Di Paolo, Giorgio Zanchini, Loredana Lipperini, Vittorio Sgarbi.

Ospite d’onore, Sharjah, gioiello degli Emirati Arabi, nominata dall’UNESCO Capitale Mondiale del libro 2019, sede della Sharjah International Book Fair. Tra gli incontri, panel per scoprire la cultura e l’industria editoriale del paese, approfondire il ruolo delle donne nel panorama letterario – con le scrittrici Sahla Ghabish, Sheikha al-Muthairi e Valeria Parrella in dialogo con Lucia Sorbera –, e ancora parlare della tradizione poetica araba con lo scrittore Sultan al Ameemi.

Oltre a Sharjah, gli espositori stranieri provengono da 7 differenti paesi: Cina, Cuba, Perù, Romania, Spagna, Svizzera e Stati Uniti.

Ma la festa dei libri è dentro e fuori Lingotto con il Salone OFF, che invaderà i quartieri di Torino e una ventina di comuni della Città Metropolitana per esplorare lo spazio urbano e il territorio attraverso la lente della cultura.

Il programma del Salone 2019 è ricchissimo e lo Spagnolo sarà la lingua ospite. Di Europa e America Latina e delle rispettive influenze, per esempio, parleranno Luis Sepúlveda e Giancarlo De Cataldo, di nuovi mondi Enrique Vila-Matas, grande spirito della letteratura di oggi. Segnaliamo anche la presenza di Matt Salinger, protagonista dell’incontro J.D. Salinger, mio padre. E Holden Caulfield, in collaborazione con Einaudi Editore, occasione per conoscere qualcosa in più di uno scrittore tanto amato dai lettori quanto schivo e ritroso nel raccontarsi, a cento anni dalla nascita de Il giovane Holden. Nell’edizione dedicata al gioco del mondo ci sarà anche Jovanotti, un “lettore” che fa dischi e concerti, per parlare di lettura e scrittura, di linguaggi e di viaggi.

Giovedì 9 maggio, inoltre, Paola e Claudio Regeni racconteranno il figlio Giulio, il lavoro in Egitto e i suoi desideri per il futuro, anche del mondo. Interverranno il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi e Alessandra Ballerini, l’avvocato che, dopo la morte del ricercatore, sta tuttora lavorando per ottenere verità e giustizia.

Quest’anno all’interno della manifestazione, tra le moltissime iniziative dedicate non solo al libro, verrà valorizzata la mostra inaugurata di recente a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia: “Nel mirino – L’Italia e il mondo nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981”. L’esposizione racconta attraverso 240 immagini alcuni degli episodi cruciali della storia e della cronaca italiane e mondiali, realizzate dai fotografi di quella che è stata per un lungo periodo l’agenzia fotogiornalistica più importante del paese. In contemporanea l’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo è promosso e condiviso con il pubblico anche attraverso una selezione di immagini nella mostra “NOI …non erano solo canzonette”, in programma alla Promotrice delle Belle Arti di Torino fino al 7 luglio. La Banca, che da dodici anni sostiene il Salone Internazionale del Libro di Torino, ha acquisito il patrimonio dell’Agenzia Publifoto nel 2015 e per mezzo del suo di Archivio storico, lo conserva, restaura, studia e valorizza.

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