Clima
La California finirà sott’acqua?
The Big One, quando la catastrofe diventa leggenda
Con il nome, di origine giornalistica, The Big One – in italiano, quello grosso – si intende un possibile futuro terremoto dalla potenza elevatissima, capace di distruggere lo Stato americano della California. Il popoloso distretto è collocato esattamente sopra la cosiddetta faglia di Sant’Andrea, la lunga zona di intersezione tra la placca nordamericana e quella pacifica. Esse scorrono in senso opposto, toccandosi per circa 1200 chilometri.
Numerosi studi hanno stabilito la possibilità, in futuro, che l’energia dirompente accumulatasi nell’attrito sulla faglia possa originare un sisma tra i più potenti mai registratisi negli Stati Uniti, la cui magnitudo sarebbe superiore al settimo grado della scala Richter (che arriva a 9,5) e dunque capace di mettere a rischio nuclei urbani come San Francisco e Los Angeles.
I californiani convivono con la concreta possibilità di dover fronteggiare, prima o poi, un simile catastrofico evento. L’idea della concretizzazione del grande terremoto è parte dell’immaginario collettivo dello Stato sul Pacifico, e l’evenienza possiede un alone quasi leggendario, alla stregua di Big Foot, Boogeyman o altre narrazioni tipicamente americane. Proprio perché paragonato a queste figure, per molti The Big One è un qualcosa di inverosimile, effimero e irrealizzabile. Eppure, uno studio recente afferma il contrario.
In allerta
Secondo uno studio di Science Advances, non saremmo troppo lontani dall’incombere di The Big One. Esso potrebbe raggiungere la California ben prima del previsto ma attenzione: non si tratterebbe di un terremoto bensì di una gigantesca inondazione, seguito di un’alluvione senza precedenti, di dimensioni epiche. Lo Stato correrebbe il rischio di divenire un mare interno.
La causa sarebbe il cambiamento climatico. L’impatto delle nuove condizioni atmosferiche, più calde e per periodi più lunghi, raddoppierebbe la possibilità dell’insorgere di una nuova mega inondazione in California entro i prossimi 40 anni. Si tratta di un campanello d’allarme da tenere in considerazione. Nel 1861 si verificò un simile evento e, nel giro di pochi minuti, furono cancellate comunità e villaggi. Ben 4mila persone trovarono la morte in qualche giro di lancette.
Tra i partecipanti allo studio figura Daniel Swain, ricercatore dell’Università della California. Intervistato dalla CNN, egli ha affermato che il Big One acquatico sarebbe un fenomeno mai visto prima e passerebbe alla storia come il disastro naturale più costoso di sempre.
“Dobbiamo immaginarci un alluvione simile a quelle che si sono abbattute recentemente sul Kentucky. In questo caso, però, l’area sarebbe molto vasta e milioni di persone sarebbero in pericolo.”
Ha specificato Swain. In Kentucky, durante la scorsa primavera, 30 persone sono rimaste uccise a causa di una serie di inondazioni successive ad alluvioni.
Dal passato al futuro
Il precedente risalente all’800 è un monito non trascurabile. I danni furono ingenti. Alcune aree delle valli di Sacramento – allora capitale statale – e San Joaquin restarono sotto 9 metri d’acqua, per settimane. Il centro di Sacramento fu sommerso da 3 metri di fanghiglia e, una volta prosciugato, vennero ritrovati detriti ovunque. Oltre alle vittime umane si registrò l’annegamento di un quarto della popolazione bovina e circa una casa su otto fu completamente distrutta.
Il messaggio che proviene da questo studio è che corriamo il rischio di trovarci a dover affrontare eventi di questa entità con una frequenza maggiore e, potenzialmente, con conseguenze più gravi.
Piogge torrenziali e alluvioni sono sempre più frequenti al giorno d’oggi. La California è particolarmente soggetta a fenomeni di questa specie e, da Stato arido qual è, spesso ha beneficiato di precipitazioni prolungate. All’aumentare dei fenomeni, però, aumenterebbero di conseguenza anche i rischi e allora la Central Valley – un’area immensa compresa tra le città di Sacramento, Fresno e Bakersfield che produce da sola circa un quarto dell’intero approvvigionamento alimentare statunitense – potrebbe finire sott’acqua.
Se ciò dovesse accadere, i danni economici non sarebbero neppure comparabili a quelli di un terremoto di magnitudo considerevole. La stima dei danni, secondo lo studio di Science Advances relativo a un potenziale shock climatico nella valle, ammonterebbe a mille miliardi di dollari. Si tratta di una cifra superiore di 5 volte a quella causata dall’uragano Katrina, a oggi l’evento climatico più costoso nella storia degli USA, da quando misuriamo i danni dovuti alle crisi climatiche.
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