Partiti e politici
Virginia Raggi, i “proiettili” di Caltagirone e la censura a Cinque Stelle
Da nemici giurati a interlocutori istituzionali. Anche se non lo ammetteranno mai, Virginia Raggi e il Movimento 5 Stelle, dopo le polemiche su Acea, hanno “imparato” la lezione dei salotti romani. Per governare Roma non basta essere onesti, senza essere diplomatici. La via per il Campidoglio passa anche e soprattutto per i poteri forti. Che possono essere criticati pubblicamente, ma sempre con garbo e moderazione. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Alla romana, insomma.
E’ anche per questo che stamattina, al gazebo allestito nel quartiere Borghesiana, dove si trovava la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle, nonostante il sole, per un attimo è salito il gelo. Davanti alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti, il repertorio della Raggi è sempre lo stesso, tra buoni propositi e lotta agli sprechi. Quando però una cittadina le chiede di Caltagirone, la Raggi si distrae, sveste i panni del perfetto candidato, per rivestire quelli della militante. Il tono con la cittadina è confidenziale e scherzoso e nella risposta della Raggi le bordate lanciate dagli organi di informazione di proprietà del costruttore diventano “due proiettili” che viaggiano in sua direzione.
La metafora riassume meglio di ogni perifrasi il trattamento subito dalla Raggi, accusata in maniera pretestuosa e senza alcun fondamento di aver fatto perdere all’Acea e al comune di Roma decine di milioni di euro con le sue dichiarazioni, in cui affermava di voler cambiare il management della municipalizzata in caso di vittoria. In altri tempi, Tze Tze, l’organo di informazione della Casaleggio Associati, ci avrebbe costruito subito contenuti virali da far girare per la rete. Ora che il Campidoglio sembra più vicino, invece, la prudenza è d’obbligo, soprattutto per evitare di cadere nel tranello mediatico delle strumentalizzazioni, magari targate Pd.
Tra Acea, Metro C e Olimpiadi, sono tanti gli interessi “pubblici” del costruttore con cui la Raggi dovrà confrontarsi, qualora dovesse divenire sindaco. E forse, anche per questo, l’ufficio stampa, chiede ai giornalisti presenti di non riportare la battuta, pronunciata durante una chiacchierata informale con i cittadini e non in uno dei momenti dedicati alla stampa. In caso contrario, assicurano, la smentita sarebbe già pronta. Il pensiero ufficiale del M5S, che deve passare attraverso gli organi di informazione, è un altro in questo momento storico: siamo pronti al dialogo con chiunque. Anche con Caltagirone, evidentemente.
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