Roma
Sciacallaggio alla ricerca del consenso?
Un fatto di cronaca, causato da un “errore umano”, diventa un pretesto per attaccare il sindaco, da settimane nell’occhio del ciclone per l’inchiesta di Mafia Capitale: si tratta della morte di un bimbo di quattro anni, precipitato nel vano dell’ascensore della metro di Roma durante un trasbordo “inusuale”, come affermato dall’assessore Improta e dalla dinamica ancora da chiarire.
Qui si inserisce Roberta Lombardi, deputata del Movimento Cinque Stelle, che con un commento su Facebook usa l’accaduto per un attacco a Ignazio Marino, Sindaco di Roma.
Speculare sulla tragedia della morte accidentale di un bambino a fini politici pare veramente indegno e indecoroso per una persona che ricopre l’incarico di rappresentante del popolo italiano.
Eppure Roberta Lombardi, pare non si ponga alcuna remora nell’utilizzare a fini strumentali persino la morte accidentale di un bambino nella metro di Roma per incolpare il Sindaco Marino e per via mediata, il partito che rappresenta.
Viene da chiedersi se scrivendo quello status su Facebook, abbia riflettuto almeno qualche minuto sugli effetti che le sue parole avrebbero avuto sui genitori del bimbo. La morte di un figlio è una tragedia che non si supera mai del tutto. Sarebbe quasi ovvio comprendere che in casi come questo, la delicatezza e sensibilità nei confronti della famiglia sono atti dovuti e indispensabili.
A sommesso avviso di chi scrive, degna di terzo mondo, anzi indegna di qualsiasi mondo, è invece la condotta di chi quello status l’ha scritto.
Per colpire l’avversario, per guadagnare un pugno di “like”, magari di consensi (nella dinamica: consenso = voto) in più? A quanto pare invece c’è chi ritiene che nessun limite sussista all’intento di screditare l’altro.
Per quanto si voglia (a torto o a ragione) intendere la Politica solo come un ring e gli avversari politici di un altro partito nient’altro come il nemico da distruggere e delegittimare a ogni costo, banalizzare la vicenda con queste parole prive di decoro e rispetto per il dolore della famiglia del bambino deceduto è inaccettabile.
Oltretutto se tali parole provengono da un rappresentante del popolo italiano. Pare che molti non abbiano ancora compreso che essere parlamentari non significa solo benefits e un corposo stipendio: comporta una responsabilità. Serietà e correttezza. Rappresentare le istituzioni non è compito da prendere alla leggera, come non lo è “sputare sentenze” sui fatti di cronaca come se si fosse un qualunque altro cittadino, utilizzando i social networks come sfogatoio personale o ancor peggio come piazza per la compravendita di consenso a buon mercato.
Polemizzare riguardo a un evento del genere è un chiaro indice del degrado culturale e sociale che stiamo vivendo nel nostro Paese.
Verrebbe da pensare che le “schiere di imbecilli” citate da Umberto Eco siano da ricercare a tutti i livelli, anche in Parlamento.
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