Enti locali
Roma non è Livorno, ma le sfide sono le stesse. Nettezza urbana inclusa
A mia figlia Sofia piace vedere la sua città in ordine. Così quando siamo in macchina mi fa notare tutte le autovetture che sono fuori posto, degne di multa. Lei guarda le linee bianche e poi da il suo responso. Anche per una leggera inclinazione fuori dalle righe può scattare la sanzione. E passeggiando a piedi lungo i marciapiedi si permette di farmi le solite osservazioni. Idem mi fa notare le scritte sui muri, le cacche dei cani ed in genere la sporcizia sparsa qua e là. Poi, dopo avermi indicato con un dito o con le parole il fattaccio, sentenzia che comunque sono dei grandi maleducati tutti coloro che producono o acconsentono a tali forme di disordine pubblico. E lei meriterebbe un ottimo in Educazione Civica.
Stamani, abbastanza presto, mentre stavo raggiungendo la stazione di Livorno, lungo alcune vie che mi conducevano alla destinazione, ho rivisto con sorpresa la spazzatura per terra. Alcuni sacchi fuori dai cassonetti, parecchi anzi, come a fine novembre 2015 quando scoppiò la questione Aamps che portò la mia città agli onori delle cronache nazionali per uno sciopero degli operatori ecologici durato varie giornate. Adesso quella questione sembra per il momento superata, a parte uno sciopero nazionale di categoria tenutosi mercoledì scorso, che non giustificherebbe comunque quell’accumulo vergognoso che ho visto stamani per strada.
Cassonetti e spazzatura, la medesima scena che, come annotano le cronache, sembra essersi presentata ieri a Roma quando il candidato sindaco Virginia Raggi si è recata al proprio seggio per il ballottaggio. In una città che al colmo dell’ingovernabilità ha scelto per la candidata dal M5S, riponendo in lei tutte quelle legittime aspettative di riscatto che Livorno due anni fa ha posto in Filippo Nogarin. Anche se a Livorno la spazzatura per strada io l’ho rivista stamani, come c’è già stata a novembre scorso. Ora Roma non è Livorno, ma dal piccolo al grande le dinamiche possono essere le stesse, specialmente se viste dal punto di vista della mia bambina di tre anni. Anche perché per i bambini ciò che conta è la concentrazione del fenomeno e non la sua estensione.
Ecco, la concentrazione del fenomeno, la stessa identica cosa che stamani ha colpito i miei occhi. Quei sacchi di nettezza che tanto mi ricordavano quegli accumuli di fine novembre scorso che per circa una settimana hanno imbrattato la mia città. C’era di mezzo una questione di concordato preventivo voluto dal sindaco Nogarin nei confronti dell’Aamps. E c’era di mezzo uno sciopero dei lavoratori per protestare contro la proposta del sindaco. Tutto apparentemente superato. Anche se le diatribe sul conferimento di Aamps ad Ato Costa non sembrano essere finite. E quei sacchetti di immondizia adesso tornano? Non mi risultava che dovessero tornare. E questo sciopero di mercoledì scorso non ne giustifica la presenza. E allora come stanno le cose? E soprattutto come farò a spiegarne la presenza alla mia Sofia. Come farò??? Vorrei tanto che i politici si mettessero a vedere le cose dal punto di vista dei bambini e dei genitori che li accompagnano lungo le strade. La politica sarebbe molto, ma molto più semplice. Chi ha orecchi per intendere intenda. Neo-sindaci e sindaci in carica inclusi. Con un augurio di buon lavoro a tutti.
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