Partiti e politici

Roma e Napoli: il Movimento 5 Stelle ha paura di vincere

19 Ottobre 2015

La formula magica del Movimento 5 Stelle (“I candidati li scelgono gli iscritti in rete”) diventa anche la scappatoia più facile di fronte alle pressanti richieste che arrivano proprio dai militanti pentastellati, che sognano di vedere Alessandro Di Battista candidato a Roma e Luigi Di Maio candidato a Napoli.

Certo, le regole non lo consentirebbero (visto che entrambi devono portare a termine il loro mandato di “portavoce” in Parlamento), ma la sensazione è che il popolo a 5 Stelle che in questi giorni si è riunito a Imola accetterebbe di buon grado uno strappo alle rigide regole decise da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

D’altra parte il ragionamento dei supporter appare semplice: con Di Battista a Roma e Di Maio a Napoli c’è davvero la possibilità di vincere (lo dicono anche i sondaggi), e allora perché farsi sfuggire l’occasione? Gia, perché? Tanto più che non sarebbe nemmeno necessario saltare la consultazione in rete: si farebbe comunque e servirebbe a certificare l’inevitabile successo dei due astri del M5S.

E invece, niente. Né Di Battista, né Di Maio saranno della partita nelle prossime amministrative. Saranno le regole? O forse, stando anche a quanto dice Beppe Grillo, c’è bisogno di tenersi stretti i due rappresentanti di maggior successo, che devono essere pronti a combattere a tempo pieno in vista delle prossime elezioni politiche. Elezioni in cui l’attuale vicepresidente della Camera ha serissime chance di diventare il candidato premier, ma in cui anche Di Battista giocherà un ruolo fondamentale in campagna elettorale.

Questa decisione – lasciarsi sfuggire le comunali di Roma e Napoli per puntare tutto sulle politiche – sembra però un’inversione netta rispetto al Movimento 5 Stelle degli esordi, che puntava tutto sui temi locali mentre lavorava per consolidarsi sui singoli territori grazie ai molteplici meet-up. Un’inversione anche rispetto al semplice buon senso: si aprono degli spazi importanti (il governo di due grandi città) in un momento in cui il malcontento – che il M5S è così bravo a cavalcare – è ai massimi livelli; sembrerebbe un’occasione d’oro per lanciare i due volti più promettenti e portare davvero quella “rivoluzione” promessa dove ce n’è più bisogno. E invece niente.

Ma si tratta davvero esclusivamente di strategia politica, o c’è qualcosa di più? Perché a mettersi nei panni di Beppe Grillo viene da pensare che l’ultima cosa da fare, oggi come oggi, sia rischiare l’osso del collo mettendosi alla guida di Roma e Napoli, le due grandi città più difficili di tutta Italia.

Lanciare due giovani politici allo sbaraglio in due situazioni complicatissime, capaci di far tremare le gambe anche ai più smaliziati ed esperti amministratori? Sarebbe una mossa molto rischiosa, che – in seguito a un possibile fallimento – potrebbe anche segare le gambe a un Movimento che sembra sul punto di giocarsi la leadership nazionale.

Candidare Di Maio e Di Battista a Napoli e Roma? E per fare che: vincere? In effetti, forse conviene molto di più lasciare che a occuparsi di quelle due realtà siano ancora i vecchi della politica. È molto meno rischioso.

@signorelli82

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