Roma

Roma, cronaca di uno sciopero selvaggio che può sfociare in tragedia

7 Luglio 2015

“Prima o poi ci scappa il morto”. La voce circola tra le persone che vivono a Roma, sfiancate dall’attesa di un mezzo pubblico e il timore rimbalza sui social netowrk, trovando condivisione. La situazione è davvero al collasso, non è solo un banale luogo comune. E le immagini confermano in pieno tutta la preoccupazione per i disagi sulle linee della metropolitana.

Ai problemi, già pesanti della quotidianità del tpl romano, si è infatti aggiunto lo spettro dello sciopero selvaggio – gentilmente definito sciopero bianco – dei macchinisti. Una protesta non annunciata che rischia di far saltare il sistema intero (oltre che la pazienza), con la preoccupazione che possa arrivare la tragedia: basta un niente e qualcuno può scivolare dalle banchine su cui sono assiepati centinaia di pendolari in attesa, sudati e boccheggianti per la mancanza di ossigeno. Il contesto ideale pure per possibili malori e non solo tra le persone più anziane.

Da qualche giorno, insomma, il servizio di trasporto pubblico della Capitale sta vivendo giorni terribili. Più del solito. I treni della linee A e B passano con minor frequenza (nelle ore di punta superano l’attesa di 5 minuti) e lo stesso sito dell’Atac ammette l’esistenza di ritardi. Così i vagoni risultano affollati fino all’inverosimile con persone compresse in pochi centimetri. E finché c’è l’aria condizionata sui treni, c’è la speranza di arrivare a casa o in ufficio in condizioni accettabili. Ma se, come avviene talvolta sulla linea B, transita qualche treno più vecchio – senza aria condizionato a  bordo – il livello di sopportabilità viene ampiamente oltrepassato. Senza tacere della condizione che si verifica sulle banchine con l’ossigeno ormai rarefatto.

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha preso posizione pubblicando un video e individuando i responsabili di questo disagio: i lavoratori autori di uno sciopero bianco. Che se fosse confermato sarebbe bene definire selveggio, molto meglio di “bianco”. Il motivo? L’introduzione del badge e l’innalzamento delle ore lavorative annuali. Ecco cosa sostiene Marino:

Ho preteso che da poche settimane i macchinisti della metropolitana timbrino il cartellino di entrata e di uscita come fanno tutti i lavoratori della nostra città che vanno al lavoro la mattina e tornano a casa la sera. Per questo motivo ho chiesto al dottor Francesco Micheli, il nuovo dg dell’Atac, di mettere in moto tutti gli strumenti necessari per scoprire la verità. Noi abbiamo diritto di avere una metropolitana, anzi tre, che funzionino come quelle di una capitale di un paese del G7. Trovo inaccettabile che i macchinisti a Milano guidino 1100 ore, a Napoli 950 e a Roma solo poco più di 700.

Ho affrontato personalmente qualche viaggio terribile, ma posso testimoniare di amici a cui è andata molto peggio: hanno impiegato tre quarti d’ora per percorrere  un tratto che solitamente viene coperto in 10-15 minuti. Molti lavoratori hanno preso un’abitudine: alzarsi prima per far fronte al ritardo. Il tutto in condizioni sovrumane. Vi sembra normale? Cosa penseranno i turisti? Vi sembra una Capitale europea, che ambisce a ospitare l’Olimpiade del 2024 e che, soprattutto, attende milioni di visitatori per il Giubileo?

Con i tempi di percorrenza delle linee della metro viene facile un impietoso parallelo: con l’Alta Velocità si fa prima ad arrivare a Napoli rispetto a fare 7-8 fermate di metropolitana. Messa così, meglio andare via da Roma.

Credits: immagine tratta dal blog Roma fa Schifo

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