Roma

Renzi, il commissario e l’illusione che Roma sia come Milano

31 Ottobre 2015

L’era Marino in Campidoglio è dunque finita.
Ieri sera il prefetto Franco Gabrielli ha nominato come nuovo commissario per la capitale Francesco Paolo Tronca, già prefetto di Milano, il palermitano che ha guidato l’Expo in questi mesi.
“Con il prefetto di Roma Franco Gabrielli sono in perfetta sintonia” è stata la prima dichiarazione a caldo del neo commissario. “Ho sentito Renzi ieri e gli ho manifestato tutto il mio orgoglio per aver avuto fiducia in me. Nessun tentennamento, non ho chiesto nessun momento per riflettere. Quando arrivano richieste così importanti un prefetto – e vale per tutti i funzionari pubblici – deve andare avanti e fare il suo dovere.”

 

Ma chi è Francesco Paolo Tronca?
Nato a Palermo nel 1952, dopo essersi laureato sia in Giurisprudenza sia in Storia all’Università di Pisa, Tronca entra in Polizia con un concorso nel 1977, ricoprendo la carica di commissario. Nel 1979 diventa capo della segreteria del prefetto di Milano e negli anni successivi ottiene diverse promozioni, fino a diventare viceprefetto nel 2000. Nel 2003 è nominato prefetto di Lucca e nel 2006 ricopre la stessa carica a Brescia. Nel 2008 è a capo del dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, mentre nel 2013 torna per l’appunto a Milano con la carica di prefetto in vista dell’Expo.
Una volta letto il suo notevolissimo curriculum, la domanda comunque viene spontanea: quanto può saperne di Roma?
Il dubbio rimane.

 

Di Tronca si sa per certo che è un tipo molto riservato e un gran lavoratore. Un uomo caratterialmente agli antipodi rispetto a Marino: pragmatico laddove questo era imprevedibile, ben più incline al rispetto delle direttive dall’alto di quanto il chirurgo abbia mai dimostrato di essere.
Insomma, Tronca non è sicuramente tipo che darà problemi al governo guidato da Matteo Renzi, che quindi può essere pienamente soddisfatto per aver riportato “l’anomalia Roma” causata da Marino finalmente alla normalità.
E non a caso lo scarto rispetto al sindaco uscente è emerso con forza già nelle dichiarazioni di Tronca di questa mattina: «Non so se vedrò l’ex sindaco Marino, non credo. La prima cosa che farò quando arriverò a Roma sarà sicuramente incontrare il prefetto Gabrielli. Poi si vedrà. Certamente io terrò una linea di rapporti estremamente istituzionale. Vado avanti come sono andato avanti sempre: sui binari della legalità, della mia coscienza e della posizione che vado a occupare, secondo le direttive che ricevo dallo Stato».

 

Da domani, quindi, grazie alla benedizione di Renzi, Tronca occuperà il ruolo di commissario di Roma, con il rischio tuttavia di un grande equivoco: quello di voler esportare a tutti i costi il “modello Milano” nella Capitale. Dimenticando che Roma non è soltanto una Milano più grande e caotica, bensì una delle città più complicate e difficili d’Europa da gestire e governare (non è un caso che diversi assessori scappino a gambe levate dopo pochi mesi di lavoro), e che difficilmente risponderà alle stesse logiche e alle stesse politiche che sono andate bene per l’efficiente e ordinato capoluogo lombardo.

Tronca, fortunatamente, ha dimostrato di avere una certa consapevolezza del problema, chiarendo che “il modello Milano non è altro che un modo di lavorare avanzato, in piena sinergia, guardando agli obiettivi come una squadra e facendo in modo di trasformarli in risultati. Diventerebbe solo un luogo comune parlare di “modello Milano” per un’altra realtà, peraltro enorme e complessa come la nostra capitale”.

 

Una voce, però, che sembra nettamente fuori dal coro delle entusiastiche dichiarazioni che si stanno susseguendo in queste ore.
Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha infatti dichiarato con chiarezza che: “Per il Giubileo vogliamo il modello Expo. Come ha funzionato Expo, vogliamo che questo modello sia il modello di Roma per il Giubileo. Ecco perché è stato chiamato il prefetto di Milano a commissario di Roma, per fare del Giubileo un’occasione di rilancio di Roma da tutti i punti di vista”.

Anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è detto sicuro che “con Tronca il Giubileo sarà come l’Expo. La sua nomina è un riconoscimento per il lavoro svolto per Expo e un auspicio affinché quella esperienza positiva venga replicata in occasione dell’Anno Santo.” E sulla stessa falsariga si sono schierati quasi tutti gli esponenti del Governo.

Insomma: Tronca sembra aver intuito che il Giubileo non sarà l’Expo, e soprattutto che Roma, per il suo tessuto sociale, le sue problematiche, il suo immenso patrimonio e le sue enormi criticità, non ha niente a che fare con Milano. Purtroppo molti, sopra di lui, vivono ancora questa grande illusione.
Il risveglio, a conti fatti, potrebbe essere molto doloroso per tutti.

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