Roma

Piazza Indipendenza, Roma deve reagire: “No alla violenza sui migranti”

24 Agosto 2017

Donne immobilizzate con un manganello al collo e strattonate, bambini caricati su un pullman e portati in questura, uomini picchiati, giornalisti e attivisti allontanati dalla piazza, poliziotti che urlano di spaccare un braccio a chi tira qualcosa,  E gente che sui social  commenta che le braccia bisogna spezzargliene tutte e due.

Succede a Roma, in una giornata calda di un’estate rovente dove circa 800 persone, per la maggior parte rifugiati,  sgomberate da uno stabile in piazza Indipendenza e che da cinque giorni dormono per strada, vengono rincorse e menate dalle forze dell’ordine.

Ci siamo abituati a vedere quotidianamente nei telegiornali i morti in mare, a non riconoscere più in quei sacchi degli esseri umani, a sentire di bambini che perdono la vita mentre fuggono proprio per cercare una possibilità di vivere. Giorno dopo giorno sparisce un pezzetto di compassione, di umanità, di coraggio.

Ma quanto ancora possiamo sopportare di stare alla finestra (virtuale o materiale che sia)? Il tempo di reagire è questo e forse è già troppo tardi. Non si può restare impotenti davanti alla forza di queste persone che dal 2013 hanno provato a ricostruirsi un’esistenza dignitosa, lavorando e frequentando le scuole. E che oggi hanno detto no alla prospettiva di tornare in uno Sprar, perché probabilmente ci sono già stati, o di essere trasferiti a Rieti dove dovrebbero ricominciare da capo, di nuovo. Dopo essere scappati da guerriglie e repressione e avere affrontato un viaggio per mare e rischiato di morire.

Roma deve dire no alla violenza e a chi picchia e maltratta uomini e donne colpevoli di rivendicare un futuro. Roma deve chiedere all’amministrazione comunale e al governo di improntare piani per un’accoglienza seria che dia davvero a rifugiati e richiedenti asilo una possibilità di ricostruirsi un’esistenza. Loro oggi, in ginocchio davanti alle camionette, hanno avuto quel coraggio che noi non abbiamo più, ma che dobbiamo ritrovare perché il noi e il loro non ha senso. Ci siamo noi che diciamo no ai manganelli e agli idranti e loro, quelli con la testa sotto la sabbia, che pensano che i nemici siano i migranti che cercano una seconda possibilità e non i corrotti, gli evasori e i mafiosi che invece questa possibilità la negano a tutti. Italiani e non.

Foto tratta da un video di Fanpage.it

 

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