Roma
Paola Muraro era indagata, Virginia Raggi sapeva? A Roma è disastro grillino
Il contestato assessore all’Ambiente della giunta di Virginia Raggi, Paola Muraro, è indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e violazioni ambientali. L’ex consulente dell’Ama, fedelissima di Franco Panzironi e Giovanni Fiascon (imputati eccellenti nel processo su Mafia Capitale) era stata iscritta nel registro degli indagati già prima di essere nominata dal sindaco grillino che, secondo quanto si apprenderebbe da fonti vicine al Campidoglio, era al corrente dell’indagine e proprio in virtù di quella nomina aveva forti avuto attriti con il direttorio romano. La notizia dell’ennesima grana per la Raggi era stata anticipata ieri in serata dal Corriere della Sera.
Si apre così un nuovo capitolo del disastroso inizio dell’esperienza pentastellata alla guida della Capitale, a poche ore dalle dimissioni in blocco del capo di gabinetto Carla Raineri, dell’Assessore al Bilancio Marcello Minenna e dei vertici di Ama e Atac. Stando a quanto si apprende dagli ambienti vicini alla prima cittadina, la fiducia alla Muraro (che oggi avrà un’audizione di fronte alla commissione parlamentare Ecomafia) dovrebbe essere confermata, ma la sua permanenza in giunta appare tutt’altro che scontata.
Virginia Raggi e il Movimento 5 Stelle dovranno ora spiegare ai romani che gli hanno dato fiducia e ai loro elettori più fedeli – così tanto affezionati al grido “Onestà! Onestà” – la nomina di un’indagata in una posizione così delicata. Questa volta sarà colpa del caldo, dei “poteri forti” o dei sabotaggi del PD? Staremo a vedere. Ciò che appare ormai evidente è che Ignazio Marino in tanga leopardato da una spiaggia dei Caraibi offriva assai più sicurezze dell’attuale inquilina del Campidoglio, schiacciata e condizionata dalle faide grilline, nonché dalla sua ormai palese fragilità psicologica.
Il terrore degli adepti del “non partito” fondato dal comicoleader genovese e gestito dalla Casaleggio Associati, è quello ritrovarsi di fronte a un nuovo caso Pizzarotti, amplificato dal clamore mediatico che accompagna da sempre le vicende legate alla Capitale. Per questo si fanno sempre più insistenti le voci di una fronda composta da diversi big del Movimento e guidata da Paola Taverna e Roberta Lombardi, che vorrebbe addirittura negare l’uso del simbolo a Virginia Raggi. L’ipotesi per ora sembra accantonata, perché sancirebbe un fallimento totale e produrrebbe un effetto mediatico devastante che renderebbe una chimera l’ascesa di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi.
Nel frattempo, la Capitale osserva con preoccupazione la mattanza grillina, tra piazze invase dai topi e cassonetti che tornano a riempirsi a causa del rientro dalle ferie d’agosto (guarda un po’…). Una città sempre più sacrificata sull’altare della prova del governo di chi non ha alcuna speranza di riuscire a governarla.
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