Religione
Dr. Francesco e Mr. Bergoglio
Da quant’è bravo Francesco a quant’è invadente Papa Bergoglio. Dal Pontefice applaudito che fa la storia con il viaggio a Cuba e con lo sferzante discorso di fronte al Congresso statunitense, al capo della Chiesa cattolica bacchettato per l’intervento sui diritti gay e per l’ingerenza nella politica romana. Nelle ultime settimane il Papa è stato su un ottovolante mediatico, tra grandi apprezzamenti e repentini ripensamenti. La figura tanto amata dai fedeli, capace di scaldare i cuori anche dei laici, sta diventando addirittura divisiva. Un Dr. Francesco e Mr. Bergoglio.
Il Papa ha incantato il mondo, parlando di grandi valori durante il viaggio a Cuba e criticando i vizi della cultura made in Usa, armi, pena di morte e capitalismo sfrenato, di fronte ai leader politici americani. Parole che hanno strappato applausi al “Francesco di sinistra”, osannato dalla stampa manco fosse un pensatore progressista visti anche i suoi costanti riferimenti alla dignità del lavoro e alla lotta alla povertà. Poi, però, lo stesso Francesco, che affrontava grandi temi mondiali, ha “licenziato” (come ha scritto Alessandro Calvi) il sindaco di Roma, Ignazio Marino, negando di averlo invitato negli Stati Uniti (il tono di voce perentorio non ha fatto nulla per celare l’irritazione) e facendo un gesto al di fuori del protocollo istituzionale. Con il conseguente indebolimento della posizione di un primo cittadino già traballante da mesi.
Sempre in tema di intervento in politica, il cardinale vicario di Roma, Angelo Vallini, non è stato da meno: in una lettera ha messo nero su bianco il pensiero della Chiesa, sostenendo che “nella capitale non è più rinviabile il tema di una nuova classe dirigente”. E alla luce della tempistica è sembrato quasi un monito a Marino, dimissionario, pronto a ritornare in sella nel caso in cui dovesse (miracolosamente) cambiare il contesto politico. “Viviamo in una realtà che ha bisogno di una scossa”, ha aggiunto il vicario del Papa. In pratica una bocciatura all’operato dall’amministrazione uscente. Della serie: caro Ignazio, non pensarci nemmeno. È evidente che, fiutando l’odor del Giubileo, la Chiesa abbia cercato un profilo interventista nella politica italiana. Forse anche preoccupata dal caos quotidiano di Roma.
Ma non è solo il Campidoglio il terreno di intervento del Vaticano. C’è anche il ritorno in forze sui diritti civili. Così la storica frase “Chi sono io per giudicare”, pronunciata da Francesco, è stata eclissata da altre azioni. L’incontro con Kim Davis, funzionaria del Kentucky (Usa) che ha preferito il carcere pur di non riconoscere delle nozze gay, e soprattutto l’attivismo clericale per stoppare il ddl Cirinnà, testo che propone il riconoscimento delle unioni omosessuali in Itala. “I cattolici in politica non cedano a logiche di partito e facciano obiezione di coscienza”, ha detto mons. Enrico Solmi, ex presidente della Commissione Cei per la famiglia, riferendosi alla discussione al testo trasformatosi in territorio di scontro politico e culturale. E pure in questo caso non c’è spazio per le interpretazioni.
Insomma, Papa Francesco arriva da giorni in cui ha scatenato reazioni forti, sia nel verso positivo che in quello negativo. Eppure il mistero di Dr. Francesco e Mr. Bergoglio ha una spiegazione abbastanza semplice: per troppo tempo è stato dipinto come una sorta di “uomo di sinistra”, dimenticando che il suo ruolo è quello di essere a capo della Chiesa Cattolica. Che ha i suoi valori e i suoi principi da difendere, spesso contrastanti con quelli dei laici.
Devi fare login per commentare
Accedi