Roma

Mentre la Raggi sfila coi fascio-tassisti, Pignatone conferma: a Roma c’è mafia

21 Febbraio 2017

Nello stesso preciso momento in cui il centro della Capitale era blindato per le manifestazioni delle corporazioni dei tassisti e degli ambulanti “no Bolkenstein”, con il sindaco Virginia Raggi inviato da Beppe Grillo a solidarizzare con gli autisti delle auto bianche, a loro volta affiancati da frange estreme dell’estrema destra romana, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Giuseppe Pignatone, ascoltato in audizione in Commissione Degrado Città e Periferie, relazionava sulla lotta ai fenomeni di criminalità che affliggono la città.

Geograficamente parlando, tutti i fatti avvenuti nelle ultime ore si sono svolti a poche centinaia di metri. Per le vie intorno al Parlamento, al Ministero dei Trasporti e sotto la sede del Partito Democratico, le frange più estremiste dei manifestanti hanno lanciato sei bombe carta in poche ore esibendosi in lancio di uova e scontri con le forze dell’ordine. Alcuni di loro hanno riproposto il saluto fascista e slogan d’altri tempi. A pochi passi da loro, a Palazzo San Macuto, si discuteva dei mali della Capitale.

«A Roma c’era la convinzione diffusa che la mafia non fosse un problema. La nostra valutazione è molto più articolata». Così Pignatone durante il suo intervento. Il procuratore ha poi spiegato: «Non siamo a Palermo, per fortuna, non siamo a Reggio Calabria o a Napoli. Però è bene fare le indagini, fare i processi dove ci sono gli elementi, e sapere che accanto a tanti altri problemi di Roma che sono anche più gravi, in primis la corruzione nel senso ampio della parola, c’è anche un problema di presenza di organizzazioni mafiose o di tipo mafioso, e di grossi investimenti mafiosi». A seguire, il vicepresidente della commissione, Roberto Morassut, ha parlato di uno dei simboli della presenza mafiosa nella periferia est della città: «A Tor Bella Monaca – ha spiegato – da anni è stato realizzato un murale su un edificio pubblico comunale da parte di un clan che rappresenta il volto di un capo clan ucciso di recente, come per affermare il potere assoluto di controllo del quartiere. Le amministrazioni recenti non sono riuscite a rimuovere questo simbolo vergognoso».

In contemporanea, quasi simbolicamente, Virginia Raggi si univa ai tassisti – al settimo giorno di sciopero selvaggio – adoperandosi per il consueto spot contro il governo, nel pieno del suo ruolo di attivista del Movimento 5 Stelle: «L’emendamento Lanzillotta – ha dichiarato ai giornalisti – causerebbe effetti negativi sul trasporto pubblico non di linea perché porterebbe a una vera e propria liberalizzazione dei noleggi con conducente, che non sarebbero più vincolati al rispetto della territorialità. Ci auguriamo che il provvedimento sia rivisto».

Ma proprio mentre la prima cittadina pronunciava queste parole, il procuratore poneva l’accento su una delle tante inefficienze dell’attuale gestione pentastellata, relativamente alla piaga degli immobili occupati: «La pubblica amministrazione non esegue demolizioni né acquisizioni quando c’è una confisca definitiva. Su questo stiamo tentando, da un anno circa, di fare qualcosa di più in sede di esecuzione penale, ma è come sempre una supplenza ad una attività amministrativa che manca. C’è stata una serie di fatti positivi durante l’amministrazione Tronca, dopodiché c’è stato un rallentamento come su tante altre cose. Aspettiamo l’assestamento della nuova amministrazione».

Un assestamento, quello auspicato da Pignatone, che dopo otto mesi appare ancora un miraggio, dato che Virginia Raggi – tra inchieste e dimissioni – non è ancora riuscita a mettere un punto sulla giunta e l’attività amministrativa procede a passo di lumaca, sia per ciò che concerne le questioni strategiche come lo Stadio della Roma, che nella semplice gestione dell’ordinario, dove alla incapacità del personale improvvisato che “amministra” i municipi si aggiunge il perpetuo caos che regna in Campidoglio. E mentre la città appare sempre più come una gigantesca nave alla deriva, il sindaco attivista si unisce a chi in queste ore contribuisce a renderla invivibile, come un capitano tra gli ammutinati…

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