Partiti e politici
Marino, ci potevi risparmiare il “fascisti carogne, tornate nelle fogne”
C’era una volta uno slogan che recitava “fascisti carogne, tornate nelle fogne” e che ricorda anni non proprio sereni per la democrazia italiana con uno scontro ideologico capace di tracimare nello scontro fisico. E che ha lasciato vittime, vere, sul campo di battaglia che era diventato l’estremismo politico.
Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervenendo alla festa de ‘L’Unità’ di Roma, ha rivisitato proprio quello slogan per addossare alla “destra” il disastro del Campidoglio (il video che testimonia il suo intervento è a fine articolo). Parole che destano una forte perplessità, perché è anche comprensibile un po’ di faziosità, ma ci sarebbe anche da ricordare che lo scandalo di Roma sta scuotendo le basi del Partito democratico. Cioè quello di centrosinistra. L’elenco di nomi del Pd coinvolti è lungo e lo stesso commissario Matteo Orfini, in tandem con Fabrizio Barca, sta scoperchiando una pentola da cui si solleva un cattivo odore di mala gestione che non è di certo attribuibile alla “destra” chiamata in causa per addossare tutte le responsabilità a Gianni Alemanno.
E di fronte a questo affondo non c’è stata una nessuna bacchettata dal partito (e da buona parte della stampa) per un lessico non proprio adeguato al momento, che è davvero molto delicato. C’è stata solo l’annotazione di un Marino che va avanti, sfidando i fulmini di Matteo Renzi e le saette di Maria Elena Boschi (che seppur in modi e tempi differenti hanno esercitato pressioni sul numero uno del Campidoglio). Lui, il tenace chirurgo, prosegue a testa bassa pienamente convinto di operare per il bene della città. E si concede il lusso di dissotterrare lo slogan della “destra nelle fogne”.
In un clima del genere, il linguaggio dovrebbe essere più prudente, anche se l’intervento avviene di fronte a una platea amica, che magari cerca di scaldarsi con la polemica forte e che, dopo tanti patimenti, vuole l’attacco all’avversario per scatenare l’applauso liberatorio, manco fosse un gol segnato al novantesimo dalla squadra del cuore. Insomma il politico avveduto deve saper praticare un approccio saggio, senza alimentare quelle tensioni già molto forti che ribollono nella città (ricordiamo sempre delle periferie tipo Tor Sapienza che possono riesplodere).
Appena qualche giorno fa Beppe Grillo era stato, giustamente, criticato per aver fatto un parallelo tra topi, spazzatura e clandestini, finendo per mettere in unico calderone, le persone disperate, i ratti e l’immondizia. La pressione sui social e sui media tradizionali è stata tale che il fondatore del Movimento 5 Stelle ha corretto il tweet, prendendosi un supplemento di rampogna per averlo cancellato e scritto in altro modo, credendo di poterla fare franca. Ha fatto una cavolata, anche grande. E ha dovuto correggere.
Ignazio Marino ha invece resuscitato il rapporto tra “destra” e “fogna” tra qualche sorrisetto malizioso di chi in fondo ancora va in estasi quando si evoca la superiorità morale della sinistra (per capire meglio la questione invito a leggere questo articolo di Michele Fusco su Gli Stati Generali), che le cronache giudiziarie hanno ormai smentito da qualche tempo. E che a Roma è stata definitivamente sepolta.
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