Partiti e politici
Le primarie dell’era Renzi: un candidato a Rutelli e l’altro a Veltroni
Dal mercato di Primavalle al Campidoglio. Una campagna a “zero euro”, per riconquistare la città. Così questa mattina il deputato Roberto Morassut, dopo settimane di indiscrezioni e tentennamenti, ha sciolto pubblicamente ogni riserva, annunciando la sua partecipazione alle primare del Pd. Giachetti cercava uno sparring partner per rendere credibilie la competizione di marzo. E ora che lo ha trovato, nessuno può dire con certezza chi la spunterà. Di sicuro un vincitore c’è già: è il Modello Roma, da rottamare fino a qualche mese fa, soprattutto dopo la relazione di Fabrizio Barca sui circoli del Pd. Indispensabile ora che la città rischia di finire in mano al M5S. O comunque non al Pd.
D’altronde tanto per Giachetti quanto per Morassut, il biglietto visita è lo stesso. Per l’ex radicale valgono gli anni a fianco del sindaco Francesco Rutelli. Mentre per Morassut fanno fede quelli vicino a Veltroni come assessore all’urbanistica. Parlare di programmi per entrambi è ancora presto, anche se su una cosa Morassut è fermo: “La mia non è una candidatura che vuole dividere. Non sono un candidato contro, non sono il candidato della minoranza, sono un uomo della sinistra romana e ho condiviso tutte le scelte innovative che la sinistra ha fatto negli ultimi 20 anni, dalla Bolognina alla nascita del Pd, al sostegno a Matteo Renzi. Spero di poter contribuire a fare qualcosa per questa città in un momento difficile, comunque vada”.
La maggiore preoccupazione, raccontano i ben informati, era quella che la sua candidatura potesse essere utilizzata per condurre una battaglia anti Renzi da Roma. Ma dopo aver osservato il calore più che tiepido con cui la città ha accolto la candidatura di Roberto Giachetti, nonostante la “benedizione” del premier Matteo Renzi, le carte si sono girate in suo favore. Bettini e Veltroni a parte, per ora Morassut può contare sul sostegno dello zoccolo duro del centrosinistra cittadino, storicamente vicino al presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti. A curare la sua campagna sarà infatti Valeria Baglio, eletta presidente dell’assemblea capitolina dopo il coinvolgimento nell’inchiesta Mafia Capitale del consigliere Mirco Coratti.
Ma allargare l’alleanza è già da ora una priorità, magari ricostruendo l’asse di centrosinistra, spezzato dalla candidatura esterna di Stefano Fassina. Il messaggio a Sel è chiaro, “sono più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono”, così come al popolo di Ignazio Marino, che la scorsa settimana aveva parlato di primate “tarocche”, immaginando un sostegno esterno alla candidatura di Massimo Bray, ormai saltata, come oggi afferma lo stesso ex ministro con un post su Facebook. “Ho criticato Marino e i limiti del Pd – dice Morassut – ma ci sono cose feconde che vanno conservate e rivendicate come la chiusura di Malagrotta e il tema del commercio”. Il riferimento non è casuale e va alle due assessore più apprezzate della giunta del marziano: Marta Leonori e Estella Marino, possibile avversaria di una competizione che, nonostante i tempi sempre più ridotti, fatica ad entrare nel vivo. Praticamente non è ancora iniziata.
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