Partiti e politici

L’assessore Minenna si presenta e attacca subito la gestione commissariale

22 Luglio 2016

“E’ peggio di quando faccio lezione all’università”. Nel suo primo discorso istituzionale, il neo assessore al bilancio del comune di Roma, Marcello Minenna, assaggia immediatamente l’aria distratta che tira nell’aula Giulio Cesare e mentre presenta l’assestamento di bilancio, un brusio costante lo accompagna. Ha preparato una scaletta, che costantemente tiene sotto controllo, ma preferisce andare a braccio. Accanto a lui, non c’è la sindaca Virginia Raggi, impegnata con la presidente della Camera Laura Boldrini. Così come, ad eccezione di Stefano Fassina, non ci sono nemmeno i principali leader dell’opposizione. Da Roberto Giachetti a Giorgia Meloni, fino ad Alfio Marchini, capace di inanellare già 2 assenze sui 3 consigli comunali svolti.

Nel suo lungo intervento, Minenna ripercorre la sua carriera, dagli esordi in Consob, “il mio primo giorno di lavoro, non sapevo da dove partire. Nonostante la laurea in Bocconi mi sentivo perduto”, fino all’attività tecnica di supporto al commissario Francesco Paolo Tronca, che lo ha fatto avvicinare per la prima volta a quello che sarà il suo principale “nemico” nei prossimi 5 anni: il debito di Roma Capitale, su cui tante continuano ad essere le incognite: “In 22 anni di servizio delle stato non ho mai visto una produzione normativa come quella sul debito”.

Non è un caso che, l’ex dirigente Consob, nel presentare le linee guida che regolano l’assestamento di bilancio, si concentri soprattutto sulla gestione commissariale per il piano di rientro guidata da Silvia Scozzese, “a cui ogni anno diamo 200 milioni, che in genere non vengono spesi”. Quei soldi, Minenna li definisce “spazi di finanza” e negli anni precedenti “venivano restituiti al comune di Roma”. Erano stati 330 milioni di euro nel 2011, 150 nel 2012, 400 nel 2013, 150 nel 2014, 200 nel 2015. Saranno pari a 0 nel 2016. “Non ce li vogliono dare più, ma non perchè non li abbiano spesi. Per 5 anni questa cosa è stata fatta, quindi, se non viene fatta, dovrebbero esserci dei motivi reali”.

Anche senza quei 200 milioni (a cui devono essere aggiunti i 21 milioni di euro che il comune di Roma sosterrà al posto della gestione commissariale nel lodo con Roma Tpl), il saldo di finanza pubblica è positivo per 1,5 milioni di euro. Quindi “nessun predissesto” all’orizzonte, assicura Minenna, mettendo fine alle previsioni negative delle scorse settimane.

L’ambizione, già nell’assestamento tecnico previsto per settembre, è quella di fare chiarezza sui “cadaveri”, ossia le voci di spesa ferme da almeno 4 anni, che pesano sul comune di Roma per circa 70 milioni di euro. E questo avverrà anche attraverso “una ricognizione agostana” degli uffici,  “dove uno dice mazzo e l’altro capisce razzo”. Nel frattempo, però, per far quadrare i conti, si punta sul metodo classico, quello dei tagli: dai centri antiviolenza (meno 300 mila euro), fino ad alcune opere pubbliche gia finanziate. 12 milioni di euro in meno, denuncia l’opposizione in aula, fra cui spiccano interventi nelle periferie, come “la messa in sicurezza idraulica del toponimo Castelverde”, tutt’altro che secondari.

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