Roma

La vita sessuale di Virginia Raggi non è un problema di Roma. Tutto il resto sì

11 Febbraio 2017

Tra le varie sciagure della fallimentare esperienza grillina alla guida della Capitale, spicca in queste ore il mancato bando per riassegnare lo stabile di San Teodoro al Circo Massimo, dove dal 2009 ha luogo il mercato di Campagna Amica, uno spazio gestito da Coldiretti per la vendita di prodotti agroalimentari a chilometro zero. L’ennesima inefficienza mascherata da “rispetto della legalità” rischia così di far scomparire una realtà frequentata da migliaia di cittadini, penalizzando 60 aziende romane e laziali.

Il tutto avviene mentre l’argomento che riempie le pagine dei giornali è la presunta relazione tra il sindaco Virginia Raggi e il suo ex capo della segreteria politica, Salvatore Romeo, con tanto di registrazioni “rubate” al povero Assessore dimesso con riserva all’Urbanistica, Paolo Berdini, un personaggio che ricorda vagamente lo Zio Vanja di Čechov.

Ma la presunta relazione tra Raggi e Romeo non è una notizia di per sé, lo diventa perché la nomina di lui (e il suo stipendio triplicato) era già stata contestata, persino da esponenti di punta dello stesso Movimento 5 Stelle. E poi c’è la storia delle famigerate polizze, su cui la magistratura ha chiesto lumi alla stessa Raggi. Sia chiaro: il sindaco di Roma sotto le lenzuola può far ciò che vuole e con chi vuole, persino organizzare orge con tutti i consiglieri comunali e la giunta, senza dover dar conto a qualche direttore di giornale con palesi problemi legati alla sfera sessuale. Ma se i suoi rapporti sentimentali dovessero interferire con la sua carica pubblica, allora ci sarebbe un problema.

Detto ciò, trovo sia stato un errore pubblicare le registrazioni con le parole di Berdini, perché un giornalista non può essere costretto a furor di plebe a pubblicare le sue fonti. Se l’assessore con riserva all’urbanistica avesse querelato il giornale, quelle tracce audio sarebbero state utilizzate in sede legale. A quello servivano, non ad essere diffuse. Ed è assurdo che un giornale con 150 anni di storia debba giustificare una notizia come un qualsiasi sito di bufale, ponendosi alla stregua di spazzatura come “dimissioni e tutti a casa” o “direttanfo”. Post-verità è anche mettere tutti i contenuti che vengono diffusi sulla rete e sui social sullo stesso piano, legittimando le idiozie di chi cerca di distruggere il sistema dell’informazione per lasciar campo libero alle menzogne pianificate diffuse da una società privata attraverso il blog di un comico e una serie di siti satellite.

Oggi Roma è una città non amministrata, dove i problemi pregressi sono quotidianamente amplificati dalle inefficienze di una classe dirigente impreparata e improvvisata. Questa realtà è ormai chiara anche a tantissimi romani che avevano votato Virginia Raggi per protesta contro una politica che negli anni passati li aveva delusi. Cittadini che vorrebbero continuare a frequentare luoghi come il mercato di Campagna Amica al Circo Massimo, senza curarsi di chi condivide il talamo con il sindaco.

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