Benessere
Ancora lontana la “rivoluzione ” di Roma Capitale
Si è tenuta a Roma (02.10.18) la XI edizione della Indagine sulla qualità della vita e dei servizi pubblici locali della Capitale, ad opera dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici, presieduta dal Dr. Carlo Sgandurra. L’Agenzia prosegue nella sua opera di focalizzazione delle principali criticità romane, attraverso indagini sugli utenti e redigendo periodici rapporti. Rispetto agli anni precedenti le novità non sono poche. Parafrasando Giolitti, governare Roma non è difficile è inutile, anche se nel caso in questione, il Governo di circa 3 milioni di abitanti e residenti appare sempre più complesso.
I parametri analizzati riguardano i principali aspetti della vita metropolitana: igiene pubblica, trasporti, attività culturali, molti elementi sono stati analizzati per dare un quadro esaustivo della complessa vita urbana. Che ogni giorno diventa più difficile per l’innescarsi di un tendenza globale che è l’urbanesimo centripeto. Uno dei grandi problemi della gestione pubblica è l’afflusso incondizionato della popolazione verso il territorio urbano, fino a rendere la Città alla stregua della Metropoli. Non siamo ai livelli cinesi con città come Shangai, Beijing con più di 10/14 milioni di abitanti ma è indiscutibile che da anni il fenomeno dimensionale assuma connotazioni sempre meno gestibili. Problemi economici delle famiglie, legati anche alla crisi del 2008, rendono più complesso vivere nei centri storici, non solo per la dimensione economica, la indisponibilità di alcuni servizi, ma per la gestione generale di una famiglia. Così le periferie assurgono a ruolo di mini-città autonome ( Municipi di Roma o di Milano) tanto da avere la dignità di amministrazioni municipali autonome. E’ la periferia che assume connotazione gestionale particolare. Ghettizzazione e marginalizzazione sociale, specie verso i nuovi migranti, impongono nuove regole in tema di sicurezza sociale, creazione di ambiti di lavoro e organizzazione del tessuto sociale. L’esempio diuturno , da secoli, è quella della Parigi post-coloniale dove la banlieue è stata sempre ricca di fermenti spesso esplosivi, con gravi problemi di sicurezza e di inserimento nella stratificazione sociale.
Ecco che dunque appare in controtendenza Roma Capitale per la qualità della vita che risulta migliore e più gradita da cittadini nelle periferie rispetto al suo centro storico. La Fig. 1 rende ragione di alcuni miti sulle periferie che vanno rivisti in funzione di questa più decente accettabilità. Il fenomeno è noto dai tempi delle Amministrazioni socialiste anche a Milano dove interi quartieri erano popolati dagli immigrati pugliesi, siciliani e campani che ne facevano la riproduzione delle città d’origine. Ora, l’idea che si possa vivere alla Tiburtina o alla Casilina meglio che in centro rende ragione di una tendenza alla vita più organicamente sociale e più connotata rispetto ad un Centro Storico che a Roma sa di guscio del potere, essendo sede di Uffici Comunali, Parlamento, Organi Amministrativi centrali dello Stato etc.
Traffico e nettezza urbana e quindi decoro sono i problemi insoluti da sempre in una città come Roma. Molti di questi problemi sono più legati alle male abitudini (uso singolo della vettura, cattiva educazione civica, cattiva educazione generale) che distinguono i cittadini abitanti a Roma (non dunque i veri romani) da altre configurazioni urbane.
La Fig.2 indica la soddisfazione dell’utenza nei confronti delle principali strutture romane. Come si vede, sono i Servizi Strutturati (dal Palexpo all’Auditorium fino alla metropolitana) che sono maggiormente accettati dall’utenza. Sono servizi che a differenza di quelli Funzionali, hanno nel passato, anche lontano, richiesto impegno finanziario cospicuo, alle Amministrazioni Rutelli e Veltroni particolarmente, e che adesso richiedono pochi interventi finanziari per dare un alto coefficiente di utilizzo. Sono i Servizi Funzionali che reggono poco, quelli del Trasporto Pubblico Locale e dell’Igiene Ambientale che mostrano le insufficienze dell’attuale Amministrazione Capitolina. Ma che sono i più importanti ai fini dell’accettabilità dell’utenza ed ai fini soprattutto della vivibilità, perché implicano, con il loro disservizio, un inquinamento gassoso (vecchi e obsoleti bus, aumento del traffico privato) e solido (rifiuti inquinanti al limite delle possibilità di diffusione di patologie infettive).
Lontana ancora una valutazione complessiva sulla Igiene Ambientale, intesa come vivibilità non solo dell’aria respirabile in funzione dell’inquinamento e sulla Offerta complessiva di Salute ( farmacie, ospedali e relative liste d’attesa). Se un anziano dovesse porsi il problema di dove trascorrere la sua vita, andrebbe a Roma o a Bolzano?
Commenta il Presidente Sgandurra:”Nonostante un lieve miglioramento rispetto l’anno precedente, l’analisi dei dati sulla qualità della vita, condizionata dai servizi pubblici, restituisce un’immagine critica e statica della città rispetto le sfide urbanistiche, demografiche ed economiche che la città dovrà affrontare”.
Insomma Giolitti sembra avere ancora ragione e l’Amministrazione Capitolina, anche se con l’Agenzia ha almeno posto lo stato dell’arte sulla questione, non ha ancora avviato provvedimenti strutturali come la chiusura, anche parziale, del Centro Storico, o la connessione a mò di smart city tra Centro e periferie lontane. Insomma, è giunto il momento delle scelte “rivoluzionarie” che invece tardano.
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