Enti locali
Il trade-off tra garanzia ed efficienza, tra “pubblico” e cittadini
A Roma ormai sono tutti convinti che la “mafia” sia dappertutto, merito di una gestione mediatico-giudiziaria sensazionalistica che ha fatto passare il messaggio per cui “Roma è in mano alla mafia”. Non torno su questo aspetto, i numeri parlano chiaro: 0,07% degli affidamenti alle cooperative coinvolte. Roma non è in mano alla mafia, e personalmente non avrei neanche parlato di mafia, ma andiamo oltre. La questione “lessicale” – con implicazioni tuttavia enormi – la considero superata (e acquisita).
Il problema che si pone oggi è duplice: riportare alla “legalità” Roma Capitale e gestirla in maniera efficace ed efficiente. Le due cose potranno essere realizzate simultaneamente solo superando grandissime difficoltà, per ragioni molto semplici che vado a indicare. Roma Capitale oggi è:
– senza Segretario Generale, la figura titolare, tra le altre cose, del controllo interno sugli atti;
– senza Direttore Generale (o city manager), la figura che ha in mano gli obiettivi di performance dell’ente, la sua efficacia ed efficienza;
– con i 2 assessori più importanti (bilancio e mobilità) in uscita;
– con 3 Municipi in via di commissariamento;
– con 3 Dipartimenti in via di commissariamento;
– col bilancio in deficit (come sempre) di qualche centinaio di milioni;
– col contratto di servizio di AMA (azienda che gestisce i rifiuti) da rifare;
– e viene da un anno caratterizzato dal 72% di affidamenti diretti e proroghe.
Quest’ultimo punto è spesso sottaciuto dal dibattito politico-mediatico, anche perché è un argomento tecnico e normalmente “fa cambiare canale” al pubblico: non diverte, non accende gli animi, non fa scattare i “derby” sui Social Media. Eppure, quel punto è fondamentale, anche (ma non solo) perché ha favorito enormemente le cooperative di Buzzi, con Alemanno e con Marino.
La proroga è tollerata dal Codice degli Appalti solo nel caso sia già pronta una nuova gara per l’affidamento di un servizio o di un lavoro. Dunque, è considerata eccezionale, temporanea e condizionata dall’aver già previsto una procedura pubblica, aperta e trasparente. Se è vero che nel 2014 si è proceduto con affidamenti diretti e proroghe per 3/4 dei contratti, è evidente che, per riportare la “legalità”, il primo passo da compiere – dopo aver rimosso il rimovibile – sarà proprio quello di porre fine a questa prassi pluriennale, che nel primo anno di Marino ha toccato vette notevoli.
Ma qui nasce il trade-off con il rendimento complessivo dell’ente. Se fino ad oggi si è andati avanti con le proroghe per la maggior parte dei servizi significa che il “nuovo” ente semi-commissariato dovrà attrezzarsi per mettere a gara un’enormità di lavori e servizi. Il che significa avere grande capacità di programmazione (cioè una Giunta e un vertice amministrativo che conoscano perfettamente le esigenze della città, i settori coinvolti dalle gare, l’organizzazione interna dell’ente, la situazione del bilancio, ecc.), tempi lunghi (la proroga si fa in un attimo, la gara ha ben altri tempi tecnici e di preparazione), una sinergia assoluta tra politica (che stabilisce gli obiettivi) e amministrazione (che sceglie gli strumenti), insomma…una macchina perfetta in tutti i settori, che avrebbe comunque a che fare con un inevitabile allungamento di tempi e procedure, non comprimibili per disposizioni di legge.
Ora, che la macchina non sia perfetta mi pare evidente. Anzi al momento alla macchina manca un bel pezzo di motore, sia a livello politico che amministrativo. Tutta l’attenzione è rivolta alla famosa “pulizia”, cioè a individuare corrotti, colpevoli e capri espiatori per dare in pasto al pubblico (non ai cittadini, al pubblico) il suo show quotidiano. Ma il pubblico in realtà è fatto di cittadini, quelli che poi prendono la Metro e rischiano il collasso, che fanno slalom tra le buche, che si improvvisano Tarzan se hanno la malaugurata idea di andare in un parco pubblico, che passano più tempo in auto che al lavoro…Ecco, il “pubblico” deve sapere che tutto questo può solo peggiorare nel breve e medio periodo. E, salvo l’arrivo di un Dream Team di cui non si vede traccia all’orizzonte, anche nel lungo periodo. E’ bene dunque che il pubblico cominci ad avvisare anche i cittadini. Mala tempora currunt.
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