Governo
Il sindaco Marino ci ripensa e ritira le dimissioni
Aveva detto che si sarebbe preso 20 giorni per riflettere, ma alla fine gliene sono bastati di meno. D’altronde lo aveva promesso, garantendo “l’impossibile”, ai suoi supporter che domenica scorsa avevano invaso piazza del Campidoglio:”Non vi deluderò”. E così è stato. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, questo pomeriggio, ha ritirato le dimissioni, che aveva rassegnato lo scorso 12 ottobre, decidendo di andare fino in fondo nello scontro con il suo partito, il Pd.
A nulla è valso il confronto di ieri sera con Matteo Orfini. Il commissario Pd era convinto che il sindaco alla fine non ci avrebbe ripensato, evitando così quel “il bagno di sangue” che dalle parti del Pd tutti temono. Ma Marino, rinvigorito dal sostegno popolare delle ultime settimane, ha deciso di non mollare e di prendersi da solo, quell'”onore delle armi”, che il Pd non gli aveva concesso. Se veramente non deve più essere il sindaco di Roma, dovrà essere l’aula Giulio Cesare e i consiglieri Pd a deciderlo.
Per questo l’assemblea capitolina potrebbe essere convocata già nelle prossime ore, e nessuno, neanche Orfini ormai, può dire con certezza quale sarà l’esito della vicenda. Chi non ha dubbi, invece, è il senatore Stefano Esposito, che, dopo la decisione di Marino, ha immediatamente rassegnato le proprie dimissioni da assessore, così come il vicesindaco Marco Causi, Alfonso Sabella, Marco Rossi Doria e Luigina Di Liegro. Marino resta il sindaco di Roma. Per quanto non si sa. Ma il “Dream team” di Matteo Renzi per ora può attendere.
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